Investing.com - Il prezzo del rame continua a scendere anche questo mercoledì, segnando il minimo di sei anni dal momento che alcuni analisti dei mercati temono che il brusco crollo della valuta cinese possa scatenare una guerra monetaria che potrebbe destabilizzare l’economia globale.
Il rame con consegna a settembre sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange crolla al minimo giornaliero di 2,292 dollari, prima di attestarsi a 2,319 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea, in calo di 1,2 centesimi, o dello 0,52%. Ieri, il rame è crollato di 6,8 centesimi, o del 2,85%, a 2,331 dollari.
La Cina ha fatto crollare ancora lo yuan oggi, dopo aver annunciato ieri una svalutazione del 2% della valuta mirata a sostenere l’instabile economia del paese.
Il crollo del 4% di questi due giorni lascia temere che la Cina possa deprezzare ulteriormente lo yuan, rischiando così di scatenare una guerra delle valute, dal momento che Pechino mira a rendere le esportazioni nazionali più competitive sui mercati globali.
Nelle ultime settimane, il prezzo del rame è andato sotto pressione per via dei timori per lo stato di salute dell’economia cinese.
I dati pubblicati questa mattina hanno mostrato che la produzione industriale cinese è cresciuta al tasso annuo del 6,0% a luglio, deludendo le aspettative di un aumento del 6,6%.
I dati rilasciati nel corso del weekend hanno mostrato che le esportazioni cinesi sono crollate dell’8,3% a luglio, il massimo degli ultimi quattro mesi, mentre i prezzi alla produzione sono scesi al minimo di sei anni.
La nazione asiatica, col 40% della richiesta mondiale di rame lo scorso anno, è considerata il principale consumatore globale del metallo rosso.
Intanto, i futures dell’oro con consegna a dicembre salgono di 8,90 dollari, o dello 0,8%, a 1.116,60 dollari l’oncia troy dopo aver segnato il massimo della seduta di 1.119,10 dollari, il massimo dal 20 luglio.
Alcuni traders ritengono che la Federal Reserve potrebbe rinviare l’aumento dei tassi di interesse previsto per settembre come risposta alla svalutazione della valuta cinese, poiché i funzionari della Fed sono in apprensione per la crescita globale e le pressioni inflazionarie.
L’oro è crollato al minimo di cinque anni e mezzo di 1.072,30 dollari il 24 luglio tra le speculazioni che la Fed possa alzare i tassi a settembre per la prima volta dal 2006. Da quel giorno però i prezzi hanno subito un’impennata di quasi il 3% tra le speranze di un rinvio dell’aumento dei tassi.