OraFinanza - La Federal Reserve torna a preoccuparsi di più dell’inflazione che dell’occupazione, il cambio delle priorità coglie di contropiede i mercati, traballanti da ieri dopo le comunicazioni di politica monetaria.
Il Dow Jones, in calo del 2,6%, è sceso per il decimo giorno consecutivo, la più lunga striscia di perdite dell'indice dal 1974, l’anno della crisi petrolifera e dello scandalo Watergate.
L'S&P 500 è sceso del 2,9%, la variazione negativa giornaliera più ampia dalla fine del 2021. Nasdaq Composite -3,6%.Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito di 11 punti base, raggiungendo il 4,49%, il rendimento più alto da maggio.
Ieri sera è arrivato il terzo taglio dei tassi d'interesse in altrettante riunioni del Federal Open Market Committee: complessivamente, la riduzione è di un punto percentuale da metà settembre, all'attuale intervallo del 4,25%-4,5%.
Sono state le prospettive per gli anni a venire a scatenare le vendite. I membri del comitato prevedono ora solo mezzo punto percentuale di tagli nel 2025, la metà di quel che indicavano a settembre. Successivamente, nel 2026, il ciclo dei tagli sarà lento e modesto, con solo due riduzioni.
La decisione di ieri non è stata presa all'unanimità: la presidente della Fed di Cleveland, Beth Hammack, ha infatti votato contro perché avrebbe preferito mantenere i tassi invariati. Pur ritoccando al rialzo la crescita americana al 2,1% quest'anno rispetto al 2% stimato in precedenza, la banca centrale ha previsto che l'inflazione non tornerà al 2% almeno fino alla fine del 2026.
La prospettiva di un'accelerazione della crescita economica statunitense e di un aumento dei tassi di interesse ha contribuito a spingere il dollaro ai massimi di due anni rispetto a un paniere di altre valute. Queste stesse forze hanno pesato sull'oro, che è un classico bene rifugio che non produce alcun rendimento. Il prezzo del metallo è sceso del 2% oggi, a poco meno di 2.600 dollari l'oncia. L’indicatore della paura di Wall Street, il CBOE Volatility Index, o VIX, ha registrato un'impennata del 74% a quasi 28 punti, un livello visto per l'ultima volta nel 2022.
Gli Stati Uniti sono ad un passo dallo shutdown dopo che Donald Trump ha bocciato l’accordo bipartisan raggiunto dai leader del Congresso per evitare una chiusura parziale del governo questo fine settimana.
Il presidente eletto insiste affinché i legislatori straccino l'accordo e approvino una legge più snella e meno onerosa. I suoi post minacciosi hanno minato gli sforzi per approvare una legge di spesa provvisoria per mantenere il governo finanziato fino a metà marzo, fornendo al contempo oltre 100 miliardi di dollari in aiuti per calamità e agricoltura.
Trump ha detto che il Congresso dovrebbe elaborare un nuovo accordo che mantenga gli aiuti ma tralasci altre misure, e abbinarlo all'immediato aumento del tetto del debito federale, prima della scadenza del limite di indebitamento che incombe l’anno prossimo. "Dovremmo approvare una legge di spesa semplificata”, ha detto Trump in una dichiarazione con il suo JD Vance. "L'unico modo per farlo - ha dettato - è con una legge di finanziamento temporanea senza regali ai democratici, combinata con un aumento del tetto del debito”.
La sua dichiarazione è arrivata dopo che molti congressmen repubblicani, spinti dai post incendiari dell’incombente tagliatore della spesa pubblica Elon Musk, hanno attaccato l'accordo di compromesso, citando le sue disposizioni tentacolari (compreso un aumento per i parlamentari) non correlate agli uragani o al finanziamento delle attuali operazioni governative. La condivisione della rivolta da parte di Trump ha messo in forte difficoltà lo speaker Mike Johnson, che aveva approvato l'intesa bipartisan e che aspira ad essere riconfermato nella carica.
Il titolo del più grande produttore statunitense di chip di memoria per computer, è crollato alla fine delle contrattazioni dopo che le sue previsioni di fatturato hanno mancato di molto le stime di consensus.
Le vendite del trimestre in corso, il secondo del suo anno fiscale, saranno di circa 7,9 miliardi di dollari, gli analisti erano a 8,99 miliardi di dollari. L'utile non supererà 1,53 dollari per azione, al netto di alcune voci, ben al di sotto della previsione di 1,92 dollari.
Sebbene Micron stia registrando forti ordini di componenti utilizzati per l'intelligenza artificiale, deve ancora far fronte alla scarsa domanda da parte dei produttori di telefoni e PC - due mercati che consumano la maggior parte del suo volume di chip.
"Sebbene i mercati orientati al consumo siano più deboli nel breve termine, prevediamo un ritorno alla crescita nella seconda metà del nostro anno fiscale", ha dichiarato l'amministratore delegato Sanjay Mehrotra nel comunicato.
Nel primo trimestre fiscale, conclusosi il 28 novembre, le vendite sono aumentate dell'84% a 8,71 miliardi di dollari. Escludendo alcune voci, l'utile è stato di 1,79 dollari per azione. Gli analisti avevano previsto un fatturato di 8,71 miliardi di dollari e un utile medio di 1,76 dollari. L'azienda ha dichiarato che il fatturato legato ai data center è cresciuto del 400% nel trimestre rispetto all'anno precedente, arrivando a valere più della metà delle vendite totali dell'azienda.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso, future dell’indice Dax di Francoforte -1,3%.
In Asia Pacifico, è in lieve calo la borsa di Hong Kong (-0,3%), sale di poco l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen. Effetto Micron sull’indice KOSPI di Seul, in calo del 2%.
La banca centrale ha lasciato i tassi allo 0,25%, decisioni ampiamente attesa. Da quando è diventato governatore, nell'aprile 2023, Kazuo Ueda ha posto fine al massiccio programma di allentamento monetario, abbandonando lo scorso marzo la politica dei tassi negativi, in essere in Giappone dal 2016, con un ulteriore ritocco di un quarto di punto in luglio, nel tentativo di attuare una graduale "normalizzazione" della politica ultra espansiva, in attesa di ulteriori segnali di ripresa dai consumi. Sebbene i salari siano cresciuti a un ritmo annuo compreso tra il 2,5% e il 3%, e l'inflazione si sia mantenuta al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale negli ultimi due anni, la spesa delle famiglie è in calo da tre mesi consecutivi, e la produzione manifatturiera mostra ancora segni di debolezza.
Secondo gli analisti, oltre agli interrogativi posti dal prossimo inquilino della Casa Bianca, tra i fattori che hanno fatto slittare la decisione del rialzo del costo del denaro - con ogni probabilità al gennaio 2025, sono il prolungamento dell'incertezza politica, a fronte dell'attuale debolezza del premier Shigeru Ishiba, dopo la perdita della maggioranza alla Camera Bassa nelle elezioni generali di fine ottobre.
Unicredit (BIT:CRDI). Il governo tedesco ha detto di essere impegnato per trovare una soluzione per Commerzbank (ETR:CBKG) e di rifiutare "l'approccio non coordinato e non amichevole" di UniCredit, che ha aumentato la sua partecipazione nella banca.
Stellantis (BIT:STLAM). Il presidente John Elkann sarà audito dalle commissioni parlamentari competenti per illustrare la situazione del gruppo automobilistico, come richiesto dal Parlamento. Il gruppo si aspetta che la produzione di auto in Italia aumenterà di circa il 50% nel 2026, dopo un 2025 "durissimo" in cui dovrà continuare con la cassa integrazione, ha detto il responsabile delle operazioni europee Jean-Philippe Imparato alla trasmissione Rai 'Cinque minuti’.
Enel (BIT:ENEI), una sua controllata e l'azienda ceca EPH hanno sottoscritto un accordo tramite il quale EPH acquisterà da Enel Produzione il 50% di Slovak Power Holding, titolare del 66% di Slovenské elektrárne, a cui appartengono siti di energia idroelettrica e nucleare. L'operazione avra' un effetto neutro sul debito netto di Enel e un impatto negativo sull'utile netto reported di circa 585 milioni di euro, secondo quanto comunicato da Enel.
Nexi (BIT:NEXII). Fitch ha alzato il rating Long-Term Issuer Default (Idr) e senior unsecured a 'BBB-' da 'BB+'. L'outlook è stabile.