MILANO (Reuters) - La famiglia di gioiellieri Damiani, che controlla l'omonima società quotata e possiede il 18% di Pomellato, sarà il nuovo azionista di controllo di Venini, storico marchio del vetro veneziano.
Lo hanno annunciato oggi il presidente Guido Damiani e Giancarlo Chimento, che rilevò Venini nel 2001 dalla multinazionale danese Royal Scandinavia insieme alla famiglia Tabacchi, riportando in mani italiane l'azienda nata a Murano nel 1921. Le due famiglie venete resteranno azioniste con il 40% del capitale accanto al 60% dei Damiani.
"Una volta tanto due italiani hanno fatto qualcosa insieme e un marchio storico non è finito in Francia", ha sottolineato, scherzando ma non troppo, Guido Damiani.
Chimento, classe 1943, ha ricordato che in effetti sono stati molti gli investitori esteri che si sono fatti avanti negli ultimi tre anni. "Poi siamo finiti nelle braccia di Damiani".
Guido Damiani ha quindi voluto sottolineare le affinità tra i due marchi centenari (Damiani è stata fondata nel 1924): "più che sinergie economiche, vediamo sinergie di intenti, di visione, che si basano sul gusto per il bello, sull'orgoglio di essere interamente made in Italy e sul valore dell'artigianalità", rimasta sostanzialmente invariata nei secoli tanto nell'arte orafa quanto in quella del vetro soffiato.
In Venini Damiani vede un grande potenziale commerciale in Italia e soprattutto all'estero. Sarà sfruttato il canale distributivo di Damiani attraverso il multimarca Rocca e l'wholesale; nel tempo saranno aperti nuovi negozi monomarca. Non è stato esclusa, in futuro, la strada del co-branding.
I due imprenditori non hanno voluto svelare i dettagli finanziari dell'accordo; indiscrezioni stampa hanno parlato di un investimento di Damiani pari a circa due milioni di euro. Venini ha chiuso il 2015 con un fatturato di circa 10 milioni di euro (+8,5% sul 2014); i suoi circa 80 dipendenti sono in cassa integrazione fino a marzo, poi si ricorrerà a contratti di solidarietà.
(Claudia Cristoferi)