ROMA (Reuters) - Il presidente del Senato Piero Grasso si difende dalle accuse che gli sono piovute da maggioranza e opposizione per la gestione delle votazioni sulla riforma della Costituzione e rilancia l'appello a trovare una mediazione su alcuni emendamenti.
"In occasione delle conferenze dei capigruppo degli ultimi giorni ho rivolto ripetuti appelli per convincere le parti ad aprire un tavolo di mediazione, soprattutto su quei punti che potrebbero essere oggetto di una riscrittura da parte dei relatori. Questo darebbe modo di poter trattare in maniera approfondita in aula soltanto quegli emendamenti che affrontano i temi di interesse, lasciando cadere quelle migliaia 'di contorno'", ha detto Grasso nel suo discorso alla cerimonia del Ventaglio davanti alla stampa parlamentare.
Il disegno di legge costituzionale che sostituisce il Senato elettivo con il potere di fare leggi assieme alla Camera con un'assemblea perlopiù consultiva composta da consiglieri regionali e sindaci è al centro di un duro scontro a Palazzo Madama tra maggioranza e Forza Italia favorevoli al progetto e il resto dell'opposizione sostenuto una pattuglia di dissidenti di Pd e Fi.
M5s e Sel hanno presentato quasi 8.000 emendamenti in aula per impedire che il ddl fosse approvato prima della pausa estiva. Ma ieri la conferenza dei capigruppo ha deciso a maggioranza, con il placet di Grasso, di contingentare i tempi della discussione e delle votazioni, per provare ad arrivare al voto finale entro l'8 agosto.
Rispondendo alle critiche dei grillini e di Sel, che ieri sono saliti al Quirinale per protestare, Grasso ha precisato che il contingentamento "tiene conto della possibilità di votare tutti gli emendamenti e non utilizzare quindi la cosiddetta 'tagliola', a torto richiamata anche nel nostro caso, avendo previsto ben 80 ore esclusivamente per le votazioni sulle 115 disponibili" per esaminare l'intero provvedimento.
Quanto alle critiche del Pd, il partito con il quale l'ex magistrato è stato eletto alle Politiche del 2013, di avere concesso troppi voti segreti, la seconda carica dello Stato ha detto che saranno effettuate a scrutinio segreto "soltanto le deliberazioni relative alle norme sulle minoranze linguistiche".
"In tal modo penso di avere raggiunto un equilibrio tra il rispetto della norma e l'eventuale intenzione di un uso strumentale del voto segreto e respingo con forza qualsiasi illazione o sospetto su questa decisione".
(Roberto Landucci)
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