ROMA (Reuters) - Banca Mps è ancora oggi la banca italiana più venduta in Borsa nonostante il divieto di scoperto, con una perdita in chiusura del 22% a 0,51 euro che porta il rosso da inizio anno a circa 60%. Scambi per 76 milioni di azioni, frenati da ripetute sospensioni.
Non sono servite le parole di stamani dell'AD Fabrizio Viola, che ha detto che la banca è solida per patrimonio e liquidità e ha conti in miglioramento.
Sotto pressione anche i bond Mps in circolazione, con il subordinato al 2020 che nel corso della seduta ha visto schizzare il rendimento al 24%. Da registrare l'apertura di credito del finanziere Davide Serra, Ceo di Algebris Investments, che da Davos ha detto di aver iniziato a comprare debito della banca, senior e subordinato.
Viola, che pure ritiene "del tutto anomalo" l'attuale andamento del titolo rispetto ai fondamentali della banca, ha rilevato che c'è stata in questi giorni una pressione di clientela agli sportelli per ritirare i soldi ma che "la dimensione della raccolta di quei clienti che hanno deciso di spostare parte dei loro risparmi è contenuta", ha detto il manager prendendo a paragone la fuga dei depositi che investì la banca nel febbraio 2013.
Viola ha comunque detto che "la situazione della liquidità a fine anno della banca è particolarmente positiva, su livelli mai raggiunti negli ultimi quattro anni".
Due diverse fonti che stanno seguendo il dossier hanno confermato a Reuters che la banca attualmente non ha problemi di liquidità e che il deflusso "per ora è sotto controllo anche grazie al lavoro fatto sulle posizioni meno liquide".
Tra le cause che stanno mettendo sotto pressione le banche e quindi più di tutte il Monte dei Paschi, il cui azionariato diffuso lo espone a maggiore volatilità, c'è anche il lungo stallo sulla trattativa tra Italia e Ue sulla cosiddetta bad bank.
Mps ha nel suo piano industriale la cessione entro il 2018 di 5,5 miliardi di sofferenze e ne ha già venduti due nel corso del 2015, ma Viola ha detto che la banca potrebbe alzare questo target e riuscirà a mostrare presto l'inversione di tendenza nella crescita dello stock di questi crediti.
Oggi a Roma il presidente dell'Abi Antonio Patuelli ha avvertito che tenere aperto ancora questo negoziato con Bruxelles per un veicolo che compri le sofferenze delle banche fa più danni in termini di incertezza di quanti benefici promette di portare, auspicando che si chiuda presto in ogni caso.
Mps, secondo le indicazioni ricevute dalla vigilanza di Francoforte, oltre all'avvenuto rafforzamento patrimoniale e all'impegno di cedere crediti dubbi, deve anche trovare un partner per riconquistare normalità e prospettive di crescita.
Oggi l'AD di Unicredit (MI:CRDI) Federico Ghizzoni ha nuovamente escluso un intervento sulla banca senese e lo stesso ha fatto Poste, dopo che un quotidiano aveva rilanciato una ipotesi non nuova di merger con Banco Poste.
Bocche chiuse invece a margine dell'esecutivo Abi dove i banchieri coinvolti nelle ipotesi di merger, come Victor Massiah dell'Ubi (MI:UBI), accreditata di ripiegare su Mps se Bipiemme andrà a nozze con Banco Popolare (MI:BAPO), non hanno voluto dire nulla.
Stamani il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato, assieme al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e il direttore generale, Salvatore Rossi, sulla situazione nel settore bancario italiano. Esito dell'incontro è che il sistema è solido, ma occorre continuare a spingere per il processo di aggregazione e per una gestione adeguata delle sofferenze.
(Stefano Bernabei)