Di Alessandro Albano
Investing.com - Lunedì di vendite per l'azionario americano che, in linea con i peers europei, accelera le forti perdite delle sedute post-Fed. Il NASDAQ Composite cede il 2,2% e scivola ai minimi dal novembre 2020 entrando in territorio di "bear market", lo S&P 500 perde l'1,6% poco sopra i 4 mila punti (minimi da marzo 2021) mentre il Dow Jones segna il -1,3%.
Nuovi picchi per il dollaro, il cui Indice tocca i massimi in 20 anni, mentre il titolo a 10 anni supera il rendimento del 3,1% portando l'ICE BofAML MOVE - indice di volatilità per i bond - a segnare i valori massimi dal 2008. Stessa narrativa per 'l'indice della paura' VIX, ora verso i 33 punti, il cui andamento ha una correlazione diretta con il MOVE.
A mettere sull'attenti gli investitori sono l'aumento dei tassi Fed, il loro effetto sulla crescita economia e l'andamento dell'inflazione, con il nuovo dato Usa per aprile che uscirà mercoledì (consenso +8,1% a/a da +8,5% di marzo). Una lettura oltre le stime, unita al robusto report NFP di venerdì, potrebbe, secondo gli analisti, spingere la Fed verso un aumento dei fed funds di 75 punti base.
Secondo l'analisi di Antonio Tognoli, head of research di Integra SIM, "il mercato potrebbe aver esagerato con i timori di inasprimento (i mercati sono noti per aver sopravvalutato i percorsi di aumento dei tassi negli ultimi due decenni). Se l'inflazione mostrasse segni di cedimento entro l'estate, gli aumenti dei tassi potrebbero prendere un’altra piega rispetto a quella fin qui prospettata, nel solco della flessibilità più volte ribadita da entrambe le banche centrali. Non credo infatti che si possa ripetere l’effetto Volcker sperimentato negli anni ’80".
I mercati sembra abbiano "ben compreso" l’orientamento hawkish della FED e quali siano le prospettive di inflazione, visto che i rendimenti sono saliti in modo rapido. Tuttavia, scrive l'esperto di Integrae, hanno ben compreso "anche il ritardo della politica monetaria: è infatti abbastanza strano che la parte più a breve della curva, che riflette la politica monetaria, stazioni a livelli più bassi rispetto al 2020".