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Novembre si chiude in Asia con le borse contrastate

Pubblicato 29.11.2024, 08:30
© Reuters.  Novembre si chiude in Asia con le borse contrastate
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OraFinanza - L’ultima seduta della settimana e del mese si sta per concludere in Asia Pacifico con le borse in ordine sparso: manca Wall Street a dare le direzione, i volumi sono scarsi e prevalgono di conseguenza i temi locali.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire sulla parità, future del Dax di Francoforte -0,1%. Alle 11 esce l’inflazione armonizzata della zona Euro. Poco prima dell’apertura viene pubblicata l’inflazione francese.

Ieri il bond governativo decennale è sceso sui minimi delle ultime quattro settimane a 2,95%, ma la notizia che ha colpito di più è il fatto che per la prima volta nella storia, il tasso della Francia sia uguale a quello della Grecia.

La crisi di governo strisciante si fa sentire anche sul mercato del debito. Ultimatum di Marine Le Pen al premier Michel Barnier: "Siamo a giovedì ci sono ancora delle difficoltà, lui ha tempo fino a lunedì", ha detto ieri sera la leader di Rn a Le Monde, dopo la concessione del premier, ritenuta insufficiente, di rinunciare all'aumento delle tariffe elettriche.

Le Pen conferma l'intenzione di votare la sfiducia se il governo tenterà di far passare la manovra con la fiducia, perché Barnier non ha rispettato "le quattro linee rosse" che chiedeva: non solo le bollette elettriche ma anche mantenere gli sgravi degli oneri per le pmi, indicizzare le pensioni all'inflazione e bloccare la riduzione dei rimborsi sui farmaci.

La valuta unica si apprezza leggermente a 1,057, d 1,055 di ieri. L’unione dei mercati dei capitali europei passa per la riforma dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) che dovrebbe «operare come la Securities and Exchange Commission (Sec) negli Stati Uniti».

A rilanciare la creazione di un supervisore unico europeo per i mercati finanziari è stata ieri la presidente della Bce Christine Lagarde, in un’intervista al Financial Times. «Invece di avere 27 autorità di vigilanza del mercato dei capitali, dovremmo avere un’unica autorità di vigilanza», ha scandito.

L’indice Nikkei perde lo 0,5%, -1,8% il mese.

L'inflazione di Tokyo ha accelerato più del previsto a novembre, mentre altri dati hanno mostrato un andamento dell'economia sostanzialmente in linea con le previsioni della Banca del Giappone, alimentando così le speculazioni su un possibile rialzo dei tassi a dicembre e mandando lo yen sui massimi delle ultime cinque settimane.

I prezzi al consumo, esclusi gli alimenti freschi, sono saliti nella capitale del 2,2% rispetto a un anno prima a novembre, in aumento rispetto all'1,8% grazie soprattutto alla riduzione dei sussidi per l'energia, secondo quanto riportato venerdì dal Ministero degli Affari Interni.

L'inflazione complessiva è salita al 2,6%, con i prezzi dei generi alimentari che hanno spinto al rialzo l'indicatore, superando anche le aspettative degli economisti.

La valuta giapponese si è rafforzata dopo il rapporto, passando da 151,34 contro il dollaro a 150,01. Gli swap della notte indicano una probabilità del 63% che la banca centrale si muova nel corso della prossima riunione.

A Seul l’indice Kospi perde il 2%, per l'indebolimento dei tecnologici e per il timore di un rallentamento economico della Corea del Sud, i dati di stanotte hanno mostrato che a ottobre la produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli investimenti sono tutti diminuiti, aggravando il timore di una perdita di slancio della crescita del Paese.

Tengono bene le Borse cinesi. Bloomberg ha riferito che la limitazione dei chip cinesi da parte dell'amministrazione Biden potrebbe essere meno severa del previsto. La Borsa di Shanghai sale dell’1,5%, +1% il mese.

Hang Seng di Hong Kong sulla parità, -6% la settimana. Semiconductor Manufacturing International guadagna il 4%, Hua Hong Semiconductor +3,7%. Secondo un sondaggio Reuters, l'indice Pmi, in uscita sabato, dovrebbe mostrare che il settore manifatturiero cinese registrera' una crescita per il secondo mese consecutivo a novembre.

Il Wall Street Journal riporta che le amministrazioni locali sono a corto di contante e non pagano gli stipendi. Il quotidiano riferisce che a Shanwei, una città sulla costa sud-orientale della Cina, il mese scorso decine di operatori sanitari hanno occupato la hall di un ospedale pubblico per chiedere salari e bonus che non erano stati pagati.

Con indosso camici bianchi, alcuni tenevano in mano pezzi di carta con la scritta “Abbiamo bisogno di mangiare”. Il tentativo di questo mese da parte di Pechino di affrontare il problema dell'enorme debito delle amministrazioni locali ha solo scalfito la superficie, mentre le autorità si affannano a cercare modi - come il taglio delle prestazioni mediche e la ricerca di tasse non pagate - per tappare i buchi nei loro bilanci.

Il greggio WTI è in lieve rialzo a 669 dollari il barile. IlSole24Ore riporta che la risalita della produzione di petrolio dell’Opec+ sembra allontanarsi ulteriormente nel tempo.”

Il prossimo vertice, in cui la coalizione dovrebbe aggiornare i piani per la riapertura dei rubinetti, è stato rinviato di quattro giorni, da questa domenica a giovedì 5 dicembre. E il sospetto tra gli osservatori è che la scelta sia stata almeno in parte dettata dalla necessità di prolungare le trattative, in vista di decisioni che non si annunciano facili.

Il gruppo, che per statuto è obbligato al consenso unanime sulle politiche produttive, ha già fatto slittare due volte il piano per la graduale restituzione al mercato di 2,2 milioni di barili al giorno di greggio, parte dei maxi-tagli che ha introdotto a più riprese dal 2022: l’avvio, in origine previsto a ottobre, era stato spostato prima a dicembre e poi a gennaio 2025.

Ora si tratta di scegliere se rinviare ancora, oppure fronteggiare le conseguenze di una quasi inevitabile caduta dei prezzi del petrolio. Sul mercato c’è infatti un eccesso di offerta, dovuto a una domanda da tempo piuttosto debole, a un boom di produzione in Paesi esterni all’Opec+ (soprattutto Usa, Guyana e Canada) ma anche alla scarsa disciplina di alcuni membri della coalizione su cui forse i sauditi non sono più disposti a chiudere un occhio”, scrive Sissi Bellomo sul quotidiano di oggi.

Unicredit-Banco BPM. Il numero indicato dall'AD di Banco Bpm (BIT:BAMI), Giuseppe Castagna, su 6.000 esuberi in caso di fusione è pura congettura. E' quanto dice un portavoce di UniCredit, come riportano i quotidiani.

L'AD, Andrea Orcel, si recherà presto a Parigi per i incontrare i vertici di Credit Agricole (EPA:CAGR) e altri azionisti del Banco, scrivono Il Corriere della Sera e il Giornale. Secondo Il Messaggero, l'incontro dovrebbe avvenire nel fine settimana.

Intervistata dal Financial Times, la presidente della Bce, Christine Lagarde, non commenta sull'ipotesi di un merger fra Unicredit (BIT:CRDI) e Commerzbank (ETR:CBKG). "Ho detto pubblicamente che le fusioni cross-border in generale sono vantaggiose se producono valore aggiunto”.

Generali (BIT:GASI). IlSole24Ore fornisce indicazioni sulla trattativa con Natixis riguardante la creazione di un polo della gestione del risparmio.

Mondadori (BIT:MOED). Si è arenata la trattativa fra Mondadori e la Lattes, casa editrice torinese particolarmente forte nei volumi per le scuole secondarie. Lo scrive Il Sole 24-Ore.

Questo contenuto è fornito da OraFinanza

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