Investing.com – Le azioni di NVIDIA (NASDAQ:NVDA)sono scese del 10% in Borsa nella seduta di venerdì, mandando in fumo oltre 210 miliardi di dollari di capitalizzazione. Il titolo si è così allontanato ulteriormente dal massimo storico di 950 dollari per azione registrato in chiusura il 25 marzo e ora scambia a 762 dollari, in calo del 20% nell’ultimo mese.
Nvidia soffre le incertezze macro
A pesare sulla quotazione del colosso dei chip sono le prospettive del suo settore di riferimento. Se la domanda legata all’intelligenza artificiale è in crescita, l’incertezza economica sta fiaccando i consumi e le tensioni geopolitiche mettono a rischio la produzione futura.
Da un lato c’è la stretta monetaria della Fed, che potrebbe allungarsi più del previsto a causa dell’inflazione, dall’altro la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti che vede il centro d’interesse proprio in Taiwan, isola da cui proviene la maggior parte dei semiconduttori e che ospita la Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM), il principale produttore di chip al mondo che rifornisce alcune delle big tech Usa come Apple (NASDAQ:AAPL) e la stessa Nvidia.
Aumentano i dubbi sul settore dei chip
E proprio i recenti conti di Tsmc hanno certificato le difficoltà del settore. La società taiwanese, che per le sue dimensioni rappresenta un indice di riferimento per l’intero mercato dei chip, ha tagliato del 10% le proprie aspettative di crescita per il 2024. E anche se la domanda per l’IA ha portato ad utili oltre le attese nel primo trimestre dell’anno, il titolo ha perso oltre l’8% in due sedute tra 18 e 19 aprile.
Stessa sorte era capitata il giorno prima all’olandese ASML (NASDAQ:ASML) che, nonostante profitti di inizio 2024 oltre le attese, in Borsa è scesa del 12% in tre giorni perché i nuovi ordini sono stati circa un miliardo in meno rispetto ai 4,6 miliardi previsti dagli esperti.
I produttori sono convinti che gli investimenti delle grandi società sull’intelligenza artificiale riusciranno a trainare il settore nonostante il raffreddamento della domanda per i beni di consumi. Ma intanto, i dubbi sulla sostenibilità e sulle basi che hanno portato al rally delle azioni di Nvidia si fanno più densi.
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È arrivato il momento di vendere Nvidia?
Chi ha investito 1.000 euro cinque anni fa sull’azienda guidata dal ceo Jensen Huang oggi se ne ritroverebbe oltre 16.000 nel portafoglio, ma dopo questa crescita mostruosa è giunto il momento di vendere?
In base all’analisi di InvestingPro, gli investitori possono ancora fare affidamento sul titolo. Il tonfo di venerdì, infatti, ha riportato il prezzo delle azioni Nvidia al di sotto del loro fair value. I 13 modelli di investimento certificati e adattati alle caratteristiche del titolo fissano il suo valore intrinseco a 806,38 dollari. In rialzo del 4,1% rispetto agli attuali 762 dollari.
Gli analisti, invece, sono mediamente molto più ottimisti sul titolo. I 51 esperti intervistati da InvestingPro fissano il target price a 992,48 dollari per azione, oltre il 30% in più rispetto al prezzo a cui viene scambiata Nvidia il 22 aprile. Insomma, al colosso Usa di certo non mancano le gambe per tornare a correre e secondo gli investitori più rialzisti il titolo potrebbe sorprendere ancora, raggiungendo nuovi massimi.
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