Investing.com - I futures dell’oro scendono questo martedì, il sentimento è stato incoraggiato dall’impennata registrata sui mercati azionari globali, sebbene i dati commerciali deludenti cinesi abbiano comportato ulteriore volatilità sui mercati asiatici.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre scende di 2,40 dollari, o dello 0,21%, a 1.119,00 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea. Ieri i mercati USA sono rimasti chiusi per il Labor Day.
I dati ufficiali pubblicati questa mattina hanno mostrato che il surplus commerciale cinese è salito a 60,2 miliardi di dollari il mese scorso dai 43,0 miliardi di luglio, contro le stime di un surplus pari a 48,2 miliardi di dollari.
Le esportazioni in Cina sono scese del 5,5% rispetto all’anno precedente, superando le aspettative di una riduzione del 6,0%, mentre le importazioni sono crollate del 13,8%, molto più dell’8,2% previsto.
Nonostante i dati poco incoraggianti, l’indice Shanghai Composite è schizzato di oltre il 4,5% nell’ultima ora di scambi, recuperando le perdite della seduta e chiudendo con un’impennata del 3%.
L’ondata di ottimismo ha investito anche i mercati europei, con il tedesco DAX, il francese CAC 40 ed il londinese FTSE 100 che subiscono un’impennata di quasi il 2%.
Negli Stati Uniti, Wall Street punta ad un’apertura in forte rialzo, con i futures Dow su di 250 punti.
Il prezzo dell’oro è altalenante inoltre per via dell’incertezza legata alla possibilità che la Federal Reserve alzi i tassi di interesse nel corso del mese, in occasione del vertice che si terrà il 16 e 17 settembre.
Il report sull’occupazione USA di venerdì non è riuscito a chiarire la tempistica dell’aumento dei tassi di interesse a breve termine da parte della banca centrale statunitense. Negli ultimi mesi, l’attenzione dei mercati è stata rivolta alla tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed.
L’oro è sceso al minimo di cinque anni e mezzo di 1.072,30 dollari il 24 luglio tra le speculazioni che la Fed possa alzare i tassi di interesse a settembre per la prima volta dal 2006.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse sono ribassiste per l’oro, poiché il metallo prezioso fatica a tenere il passo con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.
Il rame con consegna a dicembre sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange schizza di 6,6 centesimi, o del 2,87%, a 2,378 dollari la libbra.
I guadagni del rame si sono registrati sulla scia della ripresa dei mercati azionari globali, ripresa che ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli investitori.
Le importazioni cinesi di rame ad agosto ammontano a 350.000 tonnellate metriche, pressoché invariate rispetto al mese precedente, segnale che la richiesta del metallo rosso è rimasta invariata nonostante il recente caos sui mercati.
Col 40% della richiesta globale di rame lo scorso anno, la nazione asiatica è il principale consumatore mondiale del metallo rosso.