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Tesla, possibile sbarco sullo S&P 500 <br /> al test dei grandi investitori

Pubblicato 06.07.2020, 11:15
Tesla, possibile sbarco sullo S&P 500 <br /> al test dei grandi investitori
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Dopo il sorpasso di Toyota, Tesla (NASDAQ:TSLA) batte ancora le attese con le vendite e ora deve scegliere: utili o investimenti. Le somiglianze con la rivoluzione dei telefonini che nessuno aveva capito

Tesla si prepara ad annunciare i risultati finanziari del secondo trimestre 2020, dopo aver già battuto le stime di Wall Street in termini di auto vendute. Se infilasse il quarto utile consecutivo si qualificherebbe per entrare nello S&P 500, avendo già gli altri requisiti richiesti, tra cui una capitalizzazione di almeno 5,3 miliardi di dollari, visto che ha superato Toyota come produttore di auto più capitalizzato del pianeta con oltre 224 miliardi di dollari. Per ora il titolo è solo sul Nasdaq, dove si può stare anche se si perdono soldi, ma il passaggio al benchmark azionario globale potrebbe segnare un’altra accelerazione nell’incredibile storia finora di strepitoso successo del produttore di auto elettriche guidato da Elon Musk. Più ancora che sul resto di Wall Street, su Musk la gente è ferocemente divisa tra Orsi e Tori. I primi ne storpiano il nome in ‘Felon’ e considerano chi crede nel futuro di Tesla uno zombie ipnotizzato dall’affabulazione del sudafricano. I Tori lo adorano come il visionario del nuovo mondo elettrico e della nuova corsa allo spazio.

ALL’ESAME DEI GRANDI INVESTITORI ISTITUZIONALI

Sbarcare sullo S&P 500 vorrebbe dire una potente accelerazione ma sarebbe anche un duro stress test. Entrare nell’indice vuol dire sbarcare nei portafogli dei grandi investitori istituzionali, ma quale sarà il prezzo giusto? Più alto o più basso degli attuali 1.200 e passa dollari per azione, che giusto un anno fa ne valeva appena 230? Se va nello S&P 500 inoltre Tesla potrebbe raccogliere soldi da investire in nuovi impianti e aumentare la capacità semplicemente vendendo un po’ di azioni, diciamo che 40 milioni basterebbero per raccogliere più di 40 miliardi al costo di una diluizione non sostanziale. Ma Musk potrebbe anche preferire un trimestre in rosso, stare fuori dallo S&P 500, spendere ancora di più in crescita ed evitare lo stress e le pressioni per continuare a fare utili, magari a discapito dell’espansione e dell’aumento della produzione dei suoi BEV (battery electric vehicle)...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge


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