By Geoffrey Smith
Investing.com – Il colosso lattiero Danone (PA:DANO) sta pianificando il maggiore intervento degli ultimi tempi per cercare di cambiare la sorte del crollo delle quote di mercato negli USA e in Cina, i principali mercati fuori dall’Europa.
Il gruppo francese ha dichiarato oggi che è in corso una ristrutturazione che porterà alla nomina di nuovi AS per il Nord America (Shane Grant) e per il resto del mondo (Veronique Penchienati-Bosetta) e all’uscita di Cecile Cabanis.
La pandemia ha colpito molto Danone, un’azienda che ha scommesso molto in passato sull’aumento del consumo di prodotti lattieri ed acqua nei mercati emergenti. La crisi ha confermato l’idea di molti cinici secondo cui l’azienda dipendeva troppo dalle costose acque Evian e Volvic. La chiusura di ristoranti e bar in tutto il mondo quest’anno, oltre alla riduzione dei servizi di hospitality, ha causato un crollo delle vendite di acqua, in calo del 17% nei primi 9 mesi dell’anno.
A complicare ancora di più la situazione, le restrizioni cinesi verso le importazioni di prodotti lattieri e prodotti di formula per i bambini, restrizioni che hanno falciato un'altra grande fonte di entrate per l’azienda. Rappresenta 7,1 punti percentuali del crollo del 9,8% nelle vendite del terzo trimestre.
Il mercato ha preso la notizia con quello che si può definire cauto ottimismo: un rialzo dell’1,4% non è tanto se comparato al crollo di oltre il 40% dall’inizio della guerra commerciale dichiarata da Donald Trump alla Cina 14 mesi fa.
Questo reset sarà bene accolto, ma secondo alcuni investitori l’azienda ha elevato troppo l’asticella per il nuovo team di gestione.
Le previsioni per il resto dell’anno sono assolutamente caute: “Considerando il resto dell’anno, è difficile fare delle previsioni sulla volatilità del contesto volatile e sull’incertezza riguardo alle conseguenze della pandemia e sulle possibili evoluzioni delle abitudini dei consumatori”.
L’azienda ha segnalato la pressione generata dal cambio di abitudini rispetto ai consumi da casa e dall’imprevedibilità delle esportazioni verso la Cina.
C'è molta strada da rifare.