MILANO (Reuters) - Vivendi (PA:VIV), dopo mesi di polemiche, rompe gli indugi e annuncia che chiederà la convocazione dell'assemblea per cambiare a suo favore i rapporti di forza all'interno del cda di Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim), ora dominato dai rappresentanti nominati dalla lista del fondo attivista Elliott.
La mossa rimette in discussione la governance del gruppo e probabilmente anche la sua strategia di medio periodo, inclusa la separazione della rete telefonica fissa e l'ipotesi di fusione con Open Fiber, controllata da Enel (MI:ENEI) e da Cassa Depositi e Prestiti, per la nascita di una rete unica nazionale.
Una nota del gruppo francese, primo azionista di Tim con il 23,9% del capitale, annuncia che scriverà al cda Tim entro la fine della settimana per chiedere la convocazione di un'assemblea urgente per una revisione del consiglio.
Vivendi intende mettere ai voti la revoca di cinque rappresentanti della lista Elliott e la nomina di altri cinque. Se passasse questa proposta i francesi si troverebbero nuovamente in maggioranza all'interno del cda.
Elliott, il 4 maggio di quest'anno, grazie al sostegno ricevuto dagli investitori istituzionali era riuscito a revocare il board a maggioranza francese e a nominare 10 suoi rappresentanti su un totale di 15.
Nelle ultime settimane il cda ha revocato le deleghe al Ceo, Amos Genish, espressione di Vivendi, e ha nominato al suo posto Luigi Gubitosi, uno dei consiglieri della lista Elliott.
Ora la governance di Tim viene rimessa in discussione.
In merito ai tempi di convocazione dell'assemblea, una fonte vicina alla vicenda ricorda che il prossimo cda Tim è in programma per il 17 gennaio. Se, in quella occasione, dovesse decidere di procedere con la richiesta di Vivendi, l'assemblea sarebbe da convocare entro 40 giorni di calendario.
Vivendi nella nota lamenta la mancata convocazione dei soci per la nomina del revisore contabile, decisione che era saltata il 24 aprile perché non era stata trovata la maggioranza necessaria durante i lavori dell'assemblea.
Il board di Tim il 6 dicembre non aveva convocato i soci come chiedeva invece Vivendi.
"Questa decisione, come molte altre prima, è contraria alle regole di una governance corretta ed è fonte di disorganizzazione", dice la nota Vivendi.
Il gruppo francese si propone quindi di revocare i cinque rappresentanti della lista Elliott, più coinvolti nelle questioni di governance, secondo la nota.
(Stefano Rebaudo)