Di Mauro Speranza
Investing.com - Ancora un altro tweet di Donald Trump sull’Opec e il greggio prosegue la sua corsa verso i basso scendendo a 63 dollari al barile, mentre il Brent plana verso i 71 dollari, dopo avevar toccato quota 74.
Definitivamente terminato, dunque, il rally del petrolio dei giorni scorsi partito dopo che il Presidente degli Usa, Donald Trump, di non rinnovare le esenzioni per l’import di petrolio iraniano a otto Paesi, tra cui l’Italia.
Quello che Trump aveva iniziato, Trump termina. Venerdì scorso, infatti, un Tweet di Trump aveva esortato l’Opec ad abbassare i prezzi. “Dovete far scendere i prezzi”, aveva tuonato dall’alto di Twitter.
Trump si era spinto anche ad affermare di aver parlato direttamente con la stessa Opec proprio per dire loro, non di chiedere, di abbassare i prezzi. Il Segretario Generale dell’OPEC Mohammed Barkindo, però, aveva smentito di aver avuto colloqui con lo stesso presidente.
Anche se la ‘storiella’ diffusa da Trump era stata smentita, questa “ha fatto bloccare l’impennata del greggio, portando ad un inaspettato calo giornaliero del 3%. Il calo è continuato nella seduta asiatica di lunedì, e la ANZ bank ha interpretato il significato delle parole di Trump in “ha parlato con l’Arabia Saudita per limitare l’impatto del calo delle esportazioni iraniane, facendo aumentare i flussi altrove”, spiega Barani Krishnan, analista senior di Investing.com.
Secondo round nella giornata di oggi. In un altro tweet, ormai vera arma d’assalto del ‘tuonante’ presidente americano, Trump si rende ‘portavoce’ della volontà dell’Opec annunciando la disponibilità dell’Arabia Saudita e di altri Paesi dell’Opec ad incrementare la produzione per compensare la minore offerta di Teheran a causa delle sanzioni.
“Ho riferito all’Arabia Saudita e ad altri (partner) sull'aumento dei flusso di petrolio. Tutti sono d'accordo”, raccontava Trump per poi vantarsi che stavano funzionando i suoi sforzi per convincere l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) ad aumentare la produzione.
La produzione di greggio
Intanto, i dati di Baker Hughes sugli impianti di trivellazione hanno indicato un calo di 20 unità negli Stati Uniti, ai minimi degli ultimi 13 mesi.
Domani sono attesi i dati sulle scorte diffuse dall’American Petroleum Institute (API), mentre mercoledì sarà la volta di quelli dell’Energy Information Administration.
I titoli petroliferi oggi sui mercati
Sui mercati, intanto, restano deboli i titoli petroliferi, con la francese Total (PA:TOTF) che cede l’1,50%. Sulla stessa scia c’è Eni (MI:ENI), mentre l’ad Claudio Descalzi cerca gloria in Iraq, dove ha incontrato il vice premier iracheno Thamir al Ghadhban per fare il punto sul progetto Zubair, la cui produzione di petrolio è aumentata di oltre il 100% negli ultimi quattro anni.
Deboli anche Tenaris (MI:TENR), BP (LON:BP), Exxon Mobil (NYSE:XOM), Saras (MI:SRS), Royal Dutch Shell, mentre restano intorno alla parità Chevron (NYSE:CVX) e Saipem (MI:SPMI). Positiva, invece, Technip (PA:FTI).