BRUXELLES (Reuters) - La Commissione europea ha comunicato ai paesi dell'Unione europea che continuerà a negoziare con la Cina anche dopo il voto sulla proposta di imporre tariffe definitive sull'importazione di veicoli elettrici cinesi.
Lo hanno detto fonti vicine alla situazione, aggiungendo che la Commissione, che sta conducendo un'indagine antisovvenzioni sui veicoli elettrici prodotti in Cina, ha inviato ai 27 stati membri la propria proposta di tariffe definitive su tali veicoli, sostenendo i livelli calcolati a settembre.
L'esecutivo Ue ha fissato la votazione per venerdì , hanno aggiunto.
Allo stesso tempo, è stato incluso un testo aggiuntivo noto come "recital", in cui si afferma che i colloqui con la Cina non hanno finora risolto la controversia sui presunti sussidi cinesi, ma che i negoziati su un possibile compromesso potrebbero continuare anche se i Paesi dell'Ue accetteranno le tariffe.
Nessun commento da parte della Commissione europea.
Il ministero del Commercio cinese ha detto giovedì scorso che i gruppi di lavoro stavano negoziando uno schema flessibile di impegno sui prezzi per evitare le tariffe. La Commissione ha detto che potrebbe riesaminare un impegno sui prezzi - riguardante un prezzo minimo di importazione e in genere un tetto massimo di volume - dopo aver respinto in precedenza le proposte davanzate alle aziende cinesi.
Le tariffe proposte variano dal 7,8% per i veicoli elettrici Tesla (NASDAQ:TSLA) costruiti in Cina al 35,3% per quelli di Saic e di altre aziende che si ritiene non abbiano collaborato all'indagine della Commissione. Tali misure si aggiungono al dazio standard del 10% previsto per l'importazione di automobili nell'Unione europea.
Venerdì gli stati membri Ue dovranno votare se appoggiare i dazi finali o "definitivi" per i prossimi cinque anni, che saranno imposti a meno che una maggioranza qualificata di 15 Paesi Ue rappresentanti il 65% della popolazione Ue non voti contro la proposta.
La decisione, che potrebbe richiedere un secondo turno di votazioni, deve essere presa entro il 30 ottobre, termine fissato dall'indagine antisovvenzioni dell'Ue.
L'imposizione di tariffe definitive comporterebbe anche il pagamento dei dazi provvisori a far data dallo scorso luglio. Fino alla fine dell'indagine Ue, le aziende possono coprire questi dazi con una garanzia bancaria.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Sabina Suzzi)