Investing.com – Tra “grande modernizzazione, popolazione giovane e i migliori talenti”, l'Europa Centro-orientale “per noi è un motore di crescita”. Ad affermarlo è Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit (BIT:CRDI).
In occasione del World Economic Forum di Davos, il ceo ha confermato la centralità dell’est Europa nei piani di sviluppo della banca italiana che nei mesi scorsi si è già mossa in questa direzione con due operazioni in Grecia e Romania.
“Su quest’area siamo molto positivi”, ha ribadito. “Se si parla di crescita degli impieghi e di margini nella parte più centrale dell'Europa è un po' più difficile operare, ma se ci si sposta verso l'Europa centro-orientale c'è crescita, il pieno impiego e un aumento della ricchezza che consente di iniziare a fare gestione patrimoniale, assicurazioni e le cose che non potevi fare alcuni anni fa”.
M&A necessarie ma al momento impossibili
Approfondendo il tema di fusioni e acquisizioni, Orcel ha poi spiegato come le banche europee siano oscurate dai colossi Usa, sottolineando la necessità di banche più grandi e forti che riescano a trainare l’economia. Tuttavia, al momento mancano due elementi cruciali: un’unione bancaria, “senza la quale qualsiasi accordo transfrontaliero sarà quasi impossibile” e, in secondo luogo, valutazioni non allineate con i fondamentali. “Ogni volta che ti poni un obiettivo – ha precisato il manager - il valore si disallinea e questo rende la transazione non economica per gli azionisti o gli acquirenti”.
Il risultato, ha concluso Orcel, è che questa “danza” delle fusioni, andrà avanti ancora “per un un lungo periodo e non ci saranno movimenti”.
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