Investing.com - I future azionari statunitensi salgono questo venerdì, sostenuti da risultati societari generalmente positivi, in vista della pubblicazione dell’atteso report mensile sull’occupazione.
Al momento della scrittura, il contratto dei future Dow Jones rimane sostanzialmente invariato, mentre i future S&P 500 salgono di 25 punti, o dello 0,5%, e i future Nasdaq 100 vanno su di 165 punti, o dell’1%.
I principali indici statunitensi hanno chiuso in rialzo ieri, recuperando le perdite subite dopo la riunione della Federal Reserve, grazie a una stagione degli utili generalmente positiva che ha contribuito a rendere l’umore più ottimista.
Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in rialzo di quasi 370 punti, pari all’1%, mentre sia l’S&P 500 che il NASDAQ Composite hanno guadagnato l’1,3%.
Meta Platforms paga il primo dividendo
Ad aiutare i guadagni del mercato azionario a proseguire questo venerdì sono stati i risultati generalmente positivi del settore tecnologico mega-cap, dopo la chiusura della seduta precedente.
Le azioni di Meta Platforms (NASDAQ:META) salgono nei premarket dopo che gli utili della società madre di Facebook sono triplicati rispetto all’anno precedente, il che ha portato il gigante tecnologico a pagare per la prima volta un dividendo e ad acquistare ulteriori 50 miliardi di dollari in azioni proprie.
Anche Amazon (NASDAQ:AMZN) sale: il gigante della vendita al dettaglio online è tornato a registrare un utile di oltre 30 miliardi di dollari per l’intero anno, annunciando vendite trimestrali per 170 miliardi di dollari.
In controtendenza Apple (NASDAQ:AAPL), poiché sebbene i risultati del primo trimestre fiscale del produttore di iPhone abbiano battuto le aspettative, le vendite del suo prodotto chiave hanno deluso a causa della debolezza in Cina e della crescente concorrenza.
“I preoccupanti dati di vendita di Apple in Cina indicano che la domanda dei suoi iPhone di fascia alta sta rallentando più del previsto a causa della crescente concorrenza da parte di aziende locali, tra cui Huawei”, ha dichiarato questo giovedì Jesse Cohen, analista senior di Investing.com.
La stagione degli utili continua questo venerdì, con i risultati di Chevron (NYSE:CVX), Exxon Mobil (NYSE:XOM), Bristol-Myers Squibb (NYSE:BMY) e AbbVie (NYSE:ABBV).
Attesi i dati sull’occupazione non agricola
L’atteso report mensile sull’occupazione è previsto per la fine della seduta e fornirà agli investitori - e ai funzionari della Fed - un altro dato sul mercato del lavoro per orientare il percorso dei tassi di interesse in futuro.
Si prevede che l’economia statunitense abbia aggiunto 187.000 nuovi posti di lavoro a gennaio, in rallentamento rispetto ai 216.000 del mese precedente, con il tasso di disoccupazione in aumento al 3,8% dal 3,7%.
E questo dopo un inatteso aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione e il report deludente sull’occupazione privata all’inizio della settimana.
Un calo delle buste paga potrebbe indicare che i 525 punti base di aumenti dei tassi erogati dalla Fed a partire dal 2022 stanno finalmente iniziando a dare i loro frutti, riportando potenzialmente in gioco un taglio dei tassi a marzo.
Mercoledì, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse ai massimi da oltre due decenni, ma il presidente Jerome Powell ha smentito l’idea di un taglio dei tassi già a marzo nella conferenza stampa.
Il greggio si avvia verso una forte perdita settimanale
I prezzi del petrolio salgono questo venerdì, ma sono ancora in rotta verso pesanti perdite settimanali a seguito di notizie infondate secondo cui si starebbe discutendo di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
Al momento della scrittura, i future del greggio USA sono in rialzo dello 0,5% a 74,22 dollari al barile, mentre il contratto del Brent va su dello 0,5% a 79,09 dollari al barile.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati, noti come OPEC+, hanno mantenuto invariata la loro politica di produzione petrolifera ieri, assicurando probabilmente che le scorte restino ridotte nel primo trimestre dell’anno.
Tuttavia, entrambi i contratti si avviano a registrare perdite settimanali di circa il 5%, in quanto la fine della guerra tra Israele e Hamas, sostenuta dall’Iran, attenuerebbe le tensioni in Medio Oriente, riducendo le preoccupazioni per le interruzioni delle forniture in questa regione chiave ricca di petrolio.
(Articolo realizzato con il contributo di Oliver Gray).