di Antonella Cinelli
ROMA - La fiducia dei consumatori scende nuovamente a luglio, contro le aspettative degli economisti che attendevano una stabilizzazione e che tuttavia parlano di un calo "fisiologico".
L'Istat ha reso noto stamani che l'indice è sceso a 104,6 da 105,6 di giugno (rivisto da 105,7) e 106,2 di maggio.
Peggiorano anche la componente economica (a 114,6 da 116,3) e clima corrente (a 104,0 da 104,5) e futuro (da 107,2 a 106,3), mentre resta stabile a -78 il giudizio sulla situazione economica del Paese. Tornano poi a salire, per il secondo mese consecutivo, le attese sulla disoccupazione (da 50 a 53) dopo il calo degli ultimi mesi.
Il dato arriva a poca distanza dalla revisione al ribasso delle stime sulla crescita di importanti centri studi nazionali. La Banca d'Italia ha ridotto allo 0,2% dallo 0,7% la previsione sul Pil 2014, mentre la Confindustria ha avvertito che l'anno potrebbe chiudersi anche piatto.
Quello sul clima di fiducia "è un dato più debole delle attese, ci aspettavamo una stabilizzazione. Ma tendiamo a non sovrastimarlo", dice Loredana Federico, economista di Unicredit, spiegando che "la fiducia era arrivata a un livello davvero molto alto negli ultimi mesi, e resta comunque a un livello confortevolmente alto".
Il mese scorso l'indice, contro le attese degli analisti, aveva segnato la prima diminuzione da marzo e in sostanza dall'arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi.
Uno dei primi annunci del nuovo capo del governo è stato il taglio, a partire da fine maggio, di 80 euro al mese di tasse per i salari inferiori ai 24.000 euro l'anno.
"Vedremo dal mese prossimo se il declino di giugno e luglio è una correzione o se si tratta del segnale di un sentiment diverso", ha aggiunto Federico.
Anche Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo, parla di una correzione "fisiologica" che "non cambia il trend di ripresa del morale delle famiglie coerente con un recupero della spesa per consumi" che ancora, però, non si vede.
Come ha rilevato stamani Istat, le vendite al dettaglio sono calate a maggio dello 0,5% su base tendenziale dopo essere schizzate del 2,7% in aprile.
Secondo l'economista di Unicredit il calo non sorprende dopo un dato ad aprile "gonfiato" per via della Pasqua, ma si tratta comunque di un risultato "peggiore del previsto e mostra la persistente debolezza della domanda".
Le speranze di ripresa si concentrano sulle vendite al dettaglio di giugno quando "si comincerà a vedere l'effetto del bonus fiscale entrato in vigore a fine maggio", osserva Mameli.
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