Investing.com - Il prezzo del greggio è in ripresa questo giovedì dopo i crolli della seduta precedente per via del dollaro forte in seguito alla decisione della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse per la prima volta in un anno.
Il greggio USA si attesta a 51,29 dollari al barile alle 10:18 GMT, su di 24 centesimi, o dello 0,45% dall’ultima chiusura.
I future del Brent, il riferimento globale, si attestano a 54,40 dollari al barile, su di 51 centesimi, o dello 0,93%.
Ieri, il dollaro è schizzato al massimo di 14 anni dopo che la Fed ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base.
Un biglietto verde forte pesa sul greggio, valutato in dollari, rendendolo più costoso per i titolari di altre valute.
Il prezzo del greggio è stato incoraggiato dalle speranze di un riequilibrio del mercato nel 2017 grazie ai tagli della produzione da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dei paesi non-OPEC.
I produttori che non fanno parte dell’OPEC la scorsa settimana hanno acconsentito a tagliare la produzione di 558.000 barili al giorno a partire dall’1 gennaio, mentre l’OPEC vedrà un taglio della produzione pari a 1,2 milioni di barili secondo il piano annunciato il 30 novembre.
La riduzione totale rappresenta circa il 2% della produzione globale.
Il prezzo è stato inoltre supportato dalla riduzione delle scorte di greggio statunitensi.
Le scorte sono scese di 2,56 milioni di barili la scorsa settimana, secondo il report di ieri della U.S. Energy Information Administration.
Era stata prevista una riduzione di 1,58 milioni di barili.
Anche i dati sulle scorte di benzina e prodotti raffinati erano inaspettati, con le scorte di benzina che sono salite di soli 0,49 milioni di barili e quelle di prodotti raffinati che sono diminuite di 0,76 milioni di barili.
Le scorte a Cushing, Oklahoma, il principale hub di consegna del greggio USA, sono aumentate di 1,22 milioni di barili.