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Legge elettorale, stop in Commissione. M5s: "melina" su voto giugno

Pubblicato 03.02.2017, 08:52
© Reuters. Un uomo in attesa di votare

ROMA (Reuters) - Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera ha deciso oggi che la discussione su una nuova legge elettorale riprenderà solo dopo che la Consulta avrà pubblicato le motivazioni della sua sentenza sull'Italicum.

La decisione accoglie la richiesta dei capigruppo di Fi, Sinistra Italiana, Area Popolare e verdiniani che hanno richiamato il regolamento di Montecitorio in materia elettorale.

Due giorni M5s fa aveva concordato con Pd, Lega Nord e Fdi l'approdo in aula il 27 febbraio della discussione sul sistema di voto.

Il deposito delle motivazioni della Corte Costituzionale è atteso nei prossimi giorni, ma la decisione di oggi potrebbe essere un segnale che l'ipotesi di voto anticipato a giugno si stia indebolendo.

Per il M5s - che vuole le elezioni subito - il rinvio rappresenta un tentativo di fare "melina" per allontanare la data delle elezioni.

"Oggi tutti i gruppi e lo stesso presidente della Commissione [Andrea Mazziotti di Celso, dei Civici e Innovatori] hanno già detto che non c'è alcuna garanzia sull'approdo in aula della legge elettorale per il 27 febbraio, perché ci sono provvedimenti più urgenti come il Milleproroghe. Sanno già che rinvieranno", ha detto la deputata grillina, Federica Dieni.

Ma per Emanuele Fiano, del Pd, "è necessario avviare il percorso sulla legge elettorale per andare in aula nei tempi previsti".

"L'esame potrà essere affrontato alla luce dei rilievi di costituzionalità senza però porre alcun freno rispetto a quanto già deciso dalla conferenza dei capigruppo" sul 27 febbraio.

La questione del voto a giugno, sostenuta dal leader del Pd Matteo Renzi, è divisiva sia nel governo che nel partito di centrosinistra.

Oggi, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha detto di essere contrario alle elezioni anticipate dicendo che é "a rischio la tenuta del Paese". Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha commentato che Calenda parlava "a titolo personale".

Ieri, l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto che "nei paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno. Per togliere le fiducia a un governo deve accadere qualcosa. Non si fa certo per il calcolo tattico di qualcuno".

© Reuters. Un uomo in attesa di votare

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