TRIPOLI (Reuters) - Un enorme deposito di carburante a Tripoli continua a bruciare fuori controllo dopo essere stato colpito ieri nel corso degli scontri tra milizie rivali per la conquista dell'aeroporto internazionale della capitale libica.
Intanto, dopo due settimane di violenti attacchi tra fazioni rivali - che tra Tripoli e Bengasi hanno provocato circa 160 morti - diversi governi stranieri hanno chiesto ai propri cittadini residenti nel paese africano di partire immediatamente, e hanno ritirato, o stanno ritirando, il personale diplomatico.
Paesi bassi, Filippine e Austria oggi si sono preparate ad evacuare il proprio staff. Le ambasciate di Stati Uniti, Onu e Turchia hanno già chiuso le operazioni dopo le peggiori violenze dalla rivolta del 2011 che ha estromesso Muammar Gheddafi.
Due gruppi di ex ribelli che hanno combattuto contro il regime si stanno affrontando nei pressi dell'aeroporto con mortai, cannoni e razzi.
Il governo libico ha chiesto aiuto internazionale per contenere l'incendio. Il serbatoio in fiamme contiene sei milioni di litri di benzina e si trova vicino alla strada per l'aeroporto e ad altri depositi.
((Tradotto da Redazione Roma, 06 +390685224380, fax +39068540860, massimiliano.digiorgio@thomsonreuters.com))
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