BRUXELLES (Reuters) - Gli alleati della Nato hanno concordato di finanziare aiuti militari per 40 miliardi di euro destinati all'Ucraina l'anno prossimo, secondo quanto detto da due diplomatici dell'Europa occidentale a Reuters, una settimana prima che i leader dell'alleanza si riuniscano a Washington.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha chiesto agli alleati di assumere un impegno pluriennale per mantenere gli aiuti militari a Kiev allo stesso livello di quelli erogati dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022, per un totale di circa 40 miliardi di euro all'anno.
Sebbene gli Stati membri non abbiano appoggiato la richiesta iniziale di Stoltenberg rispetto a questo impegno pluriennale, il patto prevede una disposizione per rivalutare i contributi degli alleati nei futuri incontri della Nato, secondo un diplomatico.
Gli alleati hanno anche deciso di redigere due rapporti nel corso del prossimo anno per stabilire cosa venga fornito all'Ucraina e da quali Paesi, ha detto il diplomatico, per rispondere alle richieste di maggiore trasparenza sulla ripartizione degli oneri nell'alleanza.
Gli Stati membri "punteranno a soddisfare questo impegno attraverso contributi proporzionati", si legge nell'accordo.
L'impegno finanziario rientra in un pacchetto più ampio sull'Ucraina che i leader della Nato discuteranno durante un vertice a Washington dal 9 all'11 luglio.
A giugno, gli alleati hanno deciso che la Nato avrebbe assunto un ruolo maggiore nel coordinamento delle forniture di armi all'Ucraina, andando a sostituire gli Stati Uniti per tentare di salvaguardare il processo, in un momento in cui Donald Trump, scettico nei confronti della Nato, cerca di ottenere un secondo mandato come presidente degli Stati Uniti.
Dopo l'invasione della Russia nel 2022, gli Stati Uniti hanno riunito le nazioni che hanno posizioni analoghe nella base aerea di Ramstein, in Germania, formando un gruppo di nazioni che oggi ammontano a circa 50 e che si riuniscono regolarmente per far incontrare le richieste di armi da parte di Kiev con l'impegno dei donatori.
Il cosiddetto gruppo Ramstein continuerà a esistere come forum politico guidato dagli Stati Uniti, ma la Nato assumerà il controllo del livello operativo militare sottostante che si occupa di coordinare le consegne di armi e l'addestramento delle truppe ucraine.
La mossa è ampiamente vista come un modo per fornire un certo grado di "protezione anti Trump" ponendo l'attività di coordinamento sotto l'egida della Nato e dando all'alleanza un ruolo più diretto nella guerra contro la Russia, pur restando ben lontani dall'impiegare le proprie forze.
Tuttavia i diplomatici riconoscono che tale mossa potrebbe avere un effetto limitato, poiché gli Stati Uniti sono la potenza dominante della Nato e forniscono la maggior parte degli armamenti all'Ucraina.
Quindi, se Washington volesse ridurre gli aiuti dell'Occidente a Kiev, sarebbe ancora in grado di farlo.
In ogni caso, in vista del vertice di Washington, gli alleati sono ancora in disaccordo sull'opportunità di rafforzare la retorica della Nato sulla futura adesione dell'Ucraina all'Alleanza e su come farlo.
La linea ufficiale della Nato è che l'Ucraina aderirà un giorno, ma non mentre il Paese è in guerra. "Il futuro dell'Ucraina è nella Nato", hanno detto i leader al vertice di Vilnius lo scorso anno.
Alcuni alleati vogliono che questo linguaggio venga rafforzato, suggerendo al vertice di dichiarare che il percorso dell'Ucraina verso l'adesione è "irreversibile", dicono i diplomatici.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)