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Pd pronto ad accordo con M5s su legge elettorale per votare a giugno

Pubblicato 01.02.2017, 14:58
Aggiornato 01.02.2017, 15:00
© Reuters. Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati

di Massimiliano Di Giorgio

ROMA (Reuters) - Il Pd vorrebbe andare ad elezioni con il Mattarellum, un sistema prevalentemente maggioritario, ma è pronto a un accordo con il M5s per estendere al Senato l'Italicum modificato dalla Consulta pur di votare entro giugno.

Lo riferiscono fonti del Pd, dopo che ieri la conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito che la discussione sulla legge elettorale approderà in aula il prossimo 27 febbraio. D'accordo anche Fratelli D'Italia e Lega.

La scadenza naturale della legislatura è a inizio 2018.

Una eventuale intesa Pd-M5s, però, difficilmente darebbe vita a un governo con una maggioranza stabile in Parlamento. Stando agli ultimi sondaggi, nessun partito raggiungerebbe il 40% utile a ottenere il premio di maggioranza previsto dalla legge, dunque la distribuzione dei seggi resterebbe proporzionale. E sarebbe praticamente impossibile costruire coalizioni più o meno omogenee.

MATTARELLA ASPETTA MOTIVAZIONI CONSULTA

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il momento non si pronuncia ma, riferisce una fonte vicina al capo dello Stato, aspetta di conoscere le motivazioni della sentenza con la quale il 25 gennaio i giudici costituzionali hanno modificato l'Italicum alla Camera.

Nelle scorse settimane, Mattarella ha chiesto di armonizzare le leggi elettorali di Camera e Senato.

Secondo la fonte "non è che cambi molto" se si dovesse andare a votare a giugno 2017 o a febbraio 2018. E ricorda che se il Parlamento decidesse di "togliere la spina" al governo di Paolo Gentiloni, Mattarella ne prenderebbe atto ma dovrebbe verificare se esistano "maggioranze alternative" prima di sciogliere le Camere.

LA FRETTA e I RISCHI DI RENZI

Il segretario Pd ed ex premier Matteo Renzi sembra convinto che il suo partito possa superare il 40%, come accadde alle elezioni europee del 2014, e dunque governare da solo, al massimo con un alleato minore al Senato.

Ma se dovesse rompere con la minoranza interna, favorendone la scissione, il disegno svanirebbe rapidamente, dato che i sondaggi danno a un possibile partito di sinistra il 10% circa.

La minoranza Pd punta i piedi contro il voto anticipato, è contraria ad applicare l'Italicum modificato e vorrebbe almeno garanzie sulle liste elettorali.

Per questo, dicono fonti del partito, restano comunque in corso contatti informali con Forza Italia e altri gruppi politici e non si escludono soluzioni come un premio di maggioranza alla coalizione e non alla singola lista. Tale possibilità non piace ai grillini, che non fanno coalizioni.

Intanto, a favore del Mattarellum - un sistema maggioritario basato su collegi uninominali con una quota proporzionale del 25% - si schierano anche verdiniani ed ex di Scelta Civica, che sostenevano il governo Renzi ma non hanno votato la fiducia a Gentiloni.

© Reuters. Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati

Il capogruppo di Ala al Senato, Lucio Barani, si dice pronto a votare il sistema se si eliminasse la soglia di sbarramento del 4% nella parte proporzionale.

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