ROMA/MILANO (Reuters) - Le tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle sullo stop alla prescrizione dei reati dopo la sentenza di primo grado mettono in fibrillazione l'esecutivo, e servirà probabilmente un incontro tra i leader dei due partiti con il premier Giuseppe Conte per giungere a un accordo.
Il ministro M5s della Giustizia Alfonso Bonafede intende modificare la disciplina sulla prescrizione attraverso un emendamento alla legge anticorruzione, in questo momento all'esame delle commissioni a Montecitorio.
La mossa ha suscitato la contrarietà del Carroccio, anche se oggi la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ha detto di essere "in contatto con Bonafede, stiamo cercando una soluzione che già si vede all'orizzonte".
In attesa che i leader si incontrino, i 5 Stelle vanno però avanti per la loro strada. Ieri l'emendamento al ddl anticorruzione (che è avversato dall'opposizione e dall'ordine degli avvocati) è stato ritirato, per essere ripresentato subito dopo con "contenuto identico", ha spiegato una fonte parlamentare, cambiando il titolo per aggirare rischi di inammissibilità dovuti al diverso oggetto della legge.
La capogruppo del Movimento in commissione Affari costituzionali alla Camera, Anna Macina, nel respingere l'obiezione secondo cui il blocco della prescrizione andrebbe contro il principio di ragionevole durata del processo sancito dalla Costituzione, ha sottolineato che con l'attuale disciplina "si è lasciato a piede libero chi invece meritava di essere in carcere".
Interpellato dai giornalisti sui rischi di tenuta del governo legati allo scontro sulla giustizia, il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti ha spiegato che "come spesso accade bisogna incontrarsi e discutere, quando tornano (Matteo) Salvini dal Ghana e (Luigi) Di Maio dalla Cina, può darsi che si incontrino e trovino una soluzione".
Oggi l'aula del Senato sta esaminando il decreto legge sicurezza e immigrazione fortemente voluto dalla Lega, che contiene tra le altre cose una stretta al diritto di asilo. Le tensioni tra alleati si sono riversate anche su questo provvedimento, che una piccola pattuglia di senatori pentastellati ha minacciato di non votare.
Ieri il vice premier Di Maio ha annunciato che sul decreto sicurezza sarebbe stata posta la fiducia. Ma Sul ricorso a questo strumento il premier Conte ha poi frenato, avvertendo che la decisione sul da farsi sarebbe potuta arrivare anche all'ultimo minuto.
Nel caso in cui il governo dovesse decidere di porre la fiducia, il voto potrebbe anche slittare domani, ha detto una fonte parlamentare.
(Angelo Amante, Sara Rossi)
- ha collaborato Giuseppe Fonte