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Referendum, D'Alimonte: vittoria Trump aumenta possibilità per fronte no

Pubblicato 09.11.2016, 21:39
© Reuters.  Referendum, D'Alimonte: vittoria Trump aumenta possibilità per fronte no

ROMA (Reuters) - L'inattesa vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane aumenta le possibilità che al referendum del 4 dicembre la riforma costituzionale di Matteo Renzi venga respinta, secondo Roberto D'Alimonte professore di Scienze Politiche all'Università Luiss di Roma.

"Se concordiamo sul fatto che il fattore decisivo dietro la vittoria di Trump è il sentimento anti-establishment e anti-elite della classe popolare e anche di quella media, allora questo fattore è contro Renzi perchè in questo momento è lui a rappresentare per molti l’establishment in Italia", ha detto D'Alimonte a Reuters.

"Su questa stessa linea interpretativa il voto al referendum è una occasione per punirlo e per cacciarlo".

Il segretario del Partito Democratico aveva detto che si sarebbe dimesso nel caso in cui la consultazione elettorale del mese prossimo bocciasse la sua proposta di mettere fine al bicameralismo perfetto. Nelle ultime settimane ha però detto di aver fatto un errore nel legare l'esito del referendum al suo destino politico, senza più chiarire cosa intenda fare se prevalessero i no.

I favorevoli sostengono che la riforma snellirà il processo decisionale. I contrari, ossia tutte le opposizioni da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, alla Lega Nord e ad una minoranza del Partito democratico, ritengono che renderà il sistema legislativo più complicato e il bilanciamento dei poteri meno equilibrato.

Quasi tutti i sondaggi danno in vantaggio i no ma gli indecisi rappresentano ancora una quota considerevole degli elettori e il fronte del sì mostra fiducia nella volontà della maggioranza degli italiani di non aprire una nuova stagione di incertezza politica.

Se vincessero i no, Camera e Senato dovrebbero essere eletti con due diversi sistemi elettorali e si aprirebbero tre scenari, dice D'Alimonte.

Nel primo si andrebbe al voto anticipato con le due diverse leggi elettorali.

Nel secondo Renzi resterebbe al suo posto per approvare una nuova legge elettorale comune per i due rami del Parlamento e andare al voto nel 2017 o alla scadenza naturale della legislatura nel 2018. Nel terzo viene formato un governo tecnico che riforma la legge elettorale e può durare fino al 2018.

D'Alimonte, che è stato uno dei principali artefici dell'attuale legge per la Camera o Italicum con premio di maggioranza e doppio turno, si sente di escludere la prima ipotesi.

Più probabile che si arrivi ad una riforma del sistema elettorale in senso proporzionale e ad un governo sostenuto dal Partito democratico e da Forza Italia, per evitare la vittoria del movimento anti-establishment dei 5 Stelle.

"Anche in Italia stiamo andando nella direzione del resto d'Europa dove i partiti tradizionali si coalizzano contro i movimenti anti-establishment", ha detto D'Alimonte.

(Giselda Vagnoni)

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