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Riciclaggio, Uif: nel 2013 segnalate operazioni sospette per 84 miliardi di euro

Pubblicato 09.07.2014, 11:32
Riciclaggio, Uif: nel 2013 segnalate operazioni sospette per 84 miliardi di euro

ROMA (Reuters) - Lo scorso anno l'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia ha ricevuto quasi 65.000 segnalazioni di operazioni sospette, per un valore di circa 84 miliardi di euro, relative quasi esclusivamente (99,7%) al riciclaggio di denaro.

Lo dice il primo rapporto annuale presentato oggi dalla Uif, l'unità nazionale di intelligence istituita nel 2007 e specializzata nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.

La Uif sottolinea anche che numerose segnalazioni hanno riguardato il riciclaggio di proventi di reati "ascrivibili a persone politicamente esposte".

"Sono stati rilevati, in particolare, utilizzi distorti dei finanziamenti pubblici, inadempienze nell'applicazione della disciplina sulla tracciabilità dei flussi finanziari nel settore dei contratti pubblici, appropriazioni indebite di fondi di pertinenza di partiti politici, situazioni corruttive".

ULTERIORI INDAGINI SU META' DELLE SEGNALAZIONI

Le segnalazioni di operazioni legate a presunti fondi per il terrorismo e al finanziamento dei programmi per armi di distruzione di massa sono state invece complessivamente meno di 200, segnala il rapporto.

Dal 2007 al 2013 le operazioni segnalate alla Uif sono quintuplicate, passando da 12.500 a 64.601 (con un picco di oltre 67.000 nel 2012), il 10% delle quali classificate ad "alto rischio".

Nel primo semestre di quest'anno le segnalazioni pervenute sono state oltre 38.000, con un aumento del 23% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Su oltre il 50% delle segnalazioni pervenute, dice il rapporto, sono stati compiuti accertamenti investigativi. Considerando che in genere - secondo la Uif - la metà dei casi su cui vengono compiute ulteriori indagini finiscono in tribunale, il 25% delle segnalazioni dà luogo a procedimenti giudiziari.

"Ne emerge una buona capacità dei soggetti obbligati di individuare i comportamenti a rischio. Pur nella difficoltà di effettuare puntuali confronti con le realtà di altri paesi, questi sono sicuramente valori che ci collocano nell'area più virtuosa", dice la relazione del direttore della Uif Claudio Clemente.

L'Unità di intelligence finanziaria chiede però, per ampliare la propria azione, di poter accedere anche "ai dati investigativi e giudiziari", come avviene in altri paesi, "per fini di tutela dell'integrità del nostro sistema economico".

SEGNALAZIONI QUASI SOLO DA BANCHE E POSTE, PA ASSENTE

Ma nel rapporto ci sono anche rilievi negativi. Per esempio, a segnalare l'85% delle operazioni sospette sono le banche e Poste Italiane, mentre dalle società di intermediazione finanziaria (Sim) e società di gestione del risparmio (Sgr) la collaborazione è "molto ridotta", e il numero di segnalazioni da parte di professionisti e operatori non finanziari è "esiguo e quasi interamente riferibile ai notai e agli operatori di gioco".

Nel caso delle banche poi, segnala la Uif, l'attenzione è meno forte sui clienti di maggiori dimensioni, e nel caso di rapporti "di tipo gestorio e consulenziale".

Ma manca anche la necessaria collaborazione da parte della Pubblica amministrazione, dice il rapporto, e a questo scopo la Uif ha avviato contatti col ministero dell'Interno "per definire gli ambiti di attività pubblica per i quali è opportuno fornire indicatori di anomalia e istruzioni per le modalità di segnalazione.

Le segnalazioni arrivano alla Uif principalmente da tre regioni, cioè Lombardia (17,9%), Lazio e Campania, anche se è aumentato il peso di Basilicata, Calabria, Molise, Puglia e Friuli Venezia Giulia.

La gran parte delle segnalazioni (42,63%) sono relative a importi tra i 50.000 e i 500.000 euro e fino a 50.000 euro (40,91%). Solo l'1,27% dei rapporti riguardano cifre superiori a 5 milioni di euro.

In generale, le segnalazioni riguardano per quasi un terzo operazioni in contanti, e per oltre un quinto i bonifici nazionali, mentre i "money transfer" rappresentano solo il 4,6%.

Il rapporto indica anche un aumento del fenomeno dell'usura che si accompagna alla crisi economica, con un raddoppio delle segnalazioni specifiche nel 2013.

USO DEL CONTANTE INDICE DI RISCHIO

Il rapporto analizza anche l'uso del denaro contante, che secondo la Uif "amplifica in maniera molto significativa la minaccia che proventi illeciti siano inseriti nel circuito economico".

"Come indicato anche da un recente studio della Banca Centrale Europea, in Italia il volume delle transazioni al dettaglio regolate in contante è notevolmente superiore alla media dell'Unione".

© Reuters. A trader looks at his screens on the Unicredit Bank trading floor in downtown Milan

Dal punto di vista geografico, l'analisi indica che l'uso del contante è più concentrato nelle zone del Sud Italia dove è più forte la presenza della criminalità organizzata, anche se ci sono "punti di attenzione" in alcune aree del Centro e del Nord-Ovest, soprattutto vicino alle frontiere.

(Massimiliano Di Giorgio)

Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia

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