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Truffa Sicilia, sequestro 104 milioni a Nomura e altri, indagati manager e consulenti

Pubblicato 28.07.2014, 11:18
Truffa Sicilia, sequestro 104 milioni a Nomura e altri, indagati manager e consulenti

MILANO (Reuters) - La Guardia di Finanza di Palermo, su disposizione del gip, ha effettuato oggi un sequestro preventivo per 104.534.414 euro nei confronti di Nomura International plc e di altri indagati in solido, nell'ambito di una inchiesta che ipotizza il reato di truffa ai danni della Regione Sicilia.

Lo riferisce una nota delle Fiamme Gialle, aggiungendo che il danno stimato globalmente per la Regione è di 175 milioni di euro, e che nell'inchiesta, condotta dai pm palermitani Daniele Paci e Sergio Demontis, risultano indagati quattro manager di Nomura e tre consulenti palermitani, oltre alla stessa Nomura, come persona giuridica, in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società per illeciti ipotizzati a carico di propri dirigenti.

In particolare, a Nomura sono stati sequestrati beni per 98 milioni di euro, spiega la Gdf.

NOMURA STA RIESAMIMANDO COMPLETAMENTE VICENDA

Nomura in una nota dice di essere al corrente del provvedimento emesso dai magistrati siciliani "per operazioni con la Regione fra il 2000 e il 2006", e dichiara che sta "riesaminando pienamente la vicenda e coopererà con la procura".

"La truffa realizzata in danno della Regione Siciliana - si legge nel comunicato della Gdf - è stata realizzata ricorrendo ad artifici e raggiri posti in essere attraverso un'operazione di cartolarizzazione dei crediti sanitari e di tre complesse operazioni di finanza derivata".

"L'inchiesta trae origine dall'operazione di cessione dei crediti sanitari per circa 630 milioni di euro vantati dalle strutture sanitarie siciliane nei confronti della Regione Siciliana - prosegue la nota -. Nella prima fase, le Fiamme Gialle palermitane hanno dapprima esaminato la vicenda della cartolarizzazione dei crediti vantati da diversi operatori sanitari (Asl e strutture ospedaliere siciliane) verso la Regione per forniture risalenti agli anni 1995, 1997 e 1998".

"L'operazione, in concreto, si è realizzata, a partire dal 2002, attraverso la cessione dei crediti da parte dei creditori originari in favore della società 'Crediti Sanitari Regione Sicilia (C.S.R.S.) di Milano ('società veicolo'), emanazione della banca avente sede legale a Londra".

"Nell'ambito del contratto stipulato tra detti soggetti privati è stato stabilito un tasso di interesse, assai oneroso rispetto alle condizioni di mercato, che la Regione Siciliana si sarebbe impegnata a pagare alla società cessionaria del credito". Per questa prima parte dell'inchiesta, dice la Gdf, è stato quantificato un danno pubblico di 115 milioni.

SEQUESTRATI 54 IMMOBILI, QUOTE SOCIETARIE

"Il secondo filone dell'indagine ha riguardato la ristrutturazione del debito regionale - prosegue il comunicato - effettuato attraverso la sottoscrizione di tre contratti aventi ad oggetto strumenti finanziari derivati tra la Regione Siciliana e la banca Nomura che ha agito contestualmente sia nel ruolo di consulente (advisor) che in quello di controparte contrattuale".

"Le indagini - avvalorate dalle risultanze di una complessa consulenza tecnica - hanno dimostrato come il contenuto negoziale dei tre contratti è stato gravemente squilibrato ai danni della Regione che ha patito un danno quantificato in circa 60 milioni di euro".

"I riscontri investigativi, sviluppati anche attraverso l'attivazione di rogatorie internazionali, hanno accertato che una parte dei profitti illeciti è stata destinata da Nomura a due società off-shore con sede in Irlanda e nelle Isole Vergini Britanniche, riconducibili a due procacciatori d'affari palermitani".

"Le indagini tuttora in corso - conclude il comunicato delle Fiamme Gialle - sono finalizzate anche ad individuare le eventuali illecite dazioni di denaro in favore dei referenti politici che hanno consentito la conclusione di tre contratti".

Il sequestro per oltre 104 milioni - che è stato eseguito a Palermo, Milano, Roma, Genova, Nuoro, Sassari, Grosseto e Agrigento - ha riguardato 54 beni immobili, quote societarie detenute in 13 società, crediti finanziari, nei confronti degli indagati in solido.

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