Finora, il 2019 è stato un anno straordinario per le offerte pubbliche iniziali e c’è chi paragona questa frenesia al boom delle IPO del 1999.
L’ETF Renaissance Capital IPO (NYSE:IPO), che ha chiuso al massimo storico ieri, è schizzato del 37% finora quest’anno, più del doppio del 16% segnato dall’indice S&P 500 nello stesso periodo.
Mentre nomi di alto profilo come Uber (NYSE:UBER) e Lyft (NASDAQ:LYFT) non sono riusciti a prendere piede tra gli investitori dopo le loro attesissime IPO, Beyond Meat (NASDAQ:BYND) è inaspettatamente stato un uragano per i mercati finanziari, con il titolo che ha registrato un’impennata di ben il 580% dopo il lancio in borsa a maggio.
Oltre a Beyond Meat, una serie di altre IPO hanno più che raddoppiato il loro valore dopo il debutto in borsa quest’anno, e oltre una decina di esse sono schizzate ora di almeno il 50% dall’arrivo sui listini. Questi tre “unicorni” sono ben posizionati per diventare leader di mercato nei loro rispettivi campi grazie alla crescita rapida ed alle grandi opportunità di mercato.
1. Zoom Video Communications: +176%
Zoom Video Communications (NASDAQ:ZM), che fornisce servizi di video conferenza in remoto, ha visto un’impennata del 72% nel primo giorno di scambi, il 18 aprile. Il titolo ha chiuso a 99,64 dollari ieri, con un rimbalzo di ben il 176% dal prezzo di lancio di 36 dollari, con una valutazione di 26,7 miliardi di dollari.
Al contrario di molte altre IPO, Zoom sta già generando profitti. Ha guadagnato 3 centesimi ad azione nel suo primo trimestre da compagnia quotata in borsa quando ha pubblicato i risultati il 6 giugno. I ricavi hanno totalizzato 122 milioni di dollari, con un balzo del 103% su base annua.
Questi risultati positivi sono stati alimentati dall’impennata dell’86% dei clienti a 58.500. Gli abbonati che hanno contribuito con oltre 100.000 dollari nei ricavi su 12 mesi sono schizzati del 120% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno a 405.
Prevediamo che Zoom continui a prosperare grazie alla robusta crescita degli abbonati, piazzandosi in pole position per emergere come potenziale leader delle videoconferenze.
2. PagerDuty: +127%
PagerDuy (NYSE:PD) - una piattaforma di gestione digitale basata sul cloud che risponde alle esigenze IT delle imprese - ha lanciato la sua IPO l’11 aprile, con un rimbalzo del titolo di quasi il 60% nel primo giorno di scambi. Il titolo, che ieri ha chiuso a 54,50 dollari, è schizzato del 127% dal prezzo dell’offerta di 24 dollari, con una quotazione di 4,2 miliardi di dollari.
Il fornitore di servizi cloud con sede a San Francisco ha pubblicato un report del primo trimestre straordinario come compagnia quotata in borsa il 6 giugno, con una perdita di 22 centesimi su ricavi di 37,3 milioni di dollari, meglio del previsto.
Keith Weiss di Morgan Stanley (NYSE:MS) ha definito il primo report di PagerDuty “un calcio di inizio di successo”, con la crescita dei ricavi accelerata al 49% ed i margini lordi migliorati. “Inoltre, l’IPO sembra aver migliorato la consapevolezza del marchio di PagerDuty, con la compagnia che ha aggiunto il numero maggiore di clienti in oltre due anni”, scrive.
PagerDuty ha aggiunto 468 nuovi clienti, superando di gran lunga le aspettative di 340. Ha ora un totale di 11.680 clienti, in salita del 15% su base annua.
Malgrado i livelli di valutazione alti, prevediamo che PagerDuty resterà uno dei marchi software con la performance migliore sul mercato, grazie in parte all’accelerazione della crescita delle vendite e dei clienti.
3. CrowdStrike: +125%
Crowdstrike (NASDAQ:CRWD), la cui tecnologia basata su cloud viene usata per identificare e prevenire infrazioni della sicurezza, ha debuttato il 12 giugno, con un’impennata del 70%. Il titolo, attestatosi a 76,50 dollari ieri, è schizzato del 125% dal prezzo IPO di 34 dollari, spingendo la capitalizzazione di mercato a 15,2 miliardi di dollari.
I ricavi del leader della sicurezza cibernetica con sede a Sunnyvale, California, sono aumentati del 125% a 249,8 milioni di dollari nell’anno fiscale terminato il 31 gennaio, in base al suo prospetto, sebbene abbia registrato perdite nette di 140 milioni di dollari. Ha visto raddoppiare gli abbonamenti alla sua piattaforma cloud su base annua ad oltre 2.500 e tra i suoi clienti troviamo ora anche Amazon Web Services, Credit Suisse e Tribune Media.
Malgrado la valutazione elevata, il titolo di CrowdStrike sembra comunque allettante guardando in avanti, considerata la forte domanda che prevede per i suoi strumenti di sicurezza cibernetica in cloud.