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4 fattori che potrebbero muovere i prezzi del petrolio mentre inizia il COP26

Pubblicato 28.10.2021, 15:42
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

I leader di molti paesi di tutto il mondo si incontreranno in Scozia per un summit che durerà quasi due settimane e avrà inizio domenica 31 ottobre. Stiamo parlando della Conferenza dell’ONU sul cambiamento climatico, più comunemente definita COP26, per discutere del cambiamento climatico e delle restrizioni sulle emissioni da combustibili fossili.

Il summit COP26 sarà il vertice ambientale più importante e d’impatto dal COP21 di Parigi nel 2015, che ha portato all’Accordo sul cambiamento climatico di Parigi. Visto che arriveranno tantissime notizie e articoli sul summit, è importante che i trader del petrolio capiscano quali notizie possano avere un impatto sui prezzi del petrolio nel breve e nel lungo termine.

Grafico settimanale WTI

Ecco quattro modi in cui l’ambientalismo cerca di influenzare il settore e come i trader devono valutarne gli impatti.

1. Accordi/conferenze internazionali e ONG.

I Contributi Nazionali a cui ogni paese si impegna sotto l’accordo di Parigi sono “vincolanti legalmente” in teoria, ma non ci sono meccanismi di attuazione dall’ONU. Se uno stato non riesce a rispettare il proprio impegno l’ONU non può fare nulla.

Inoltre, alla Cina e all’India sono stata essenzialmente garantite delle esenzioni secomdo i termini dell’accordo. Il rispetto degli impegni del paese dipendono dalla volontà del governo o della popolazione di implementarlo. Alcuni paesi prendono il loro impegno più seriamente degli altri. E come abbiamo visto alla Casa Bianca, un cambio di leadership può significare che un nuovo leader può semplicemente alterare la partecipazione all’accordo senza conseguenze reali.

I trader dovranno essere consapevoli dei nuovi impegni presi al summit in Scozia, specialmente riguardo all’Attribuzione dei Contributi Nazionali. Le notizie riguardanti questi impegni possono avere degli impatti sul breve termine. Tuttavia, finché i paesi non implementeranno queste politiche, una semplice dichiarazione non avrà un impatto duraturo sul settore o sul mercato.

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2. Cause climatiche

Ogni tanto leggiamo sui giornali di una causa indetta da gruppi ambientalisti o enti governativi per promuovere delle politiche climatiche più verdi.

Attualmente sono 24 le cause intentate da stati e governi locali negli USA contro compagnie petrolifere accusate di contribuire al cambiamento climatico con la vendita di combustibili fossili. Queste cause attirano l’attenzione dei media ma solitamente non hanno un grandi impatto sul settore, sé sulla domanda o sull’offerta.

I trader dovranno seguire questo genere di notizie in quanto potrebbero influenzare il mercato nel breve termine, ma non abbiamo mai visto delle cause che hanno avuto un impatto duraturo sul settore.

3. Regolamenti dei governi

Molti governi vogliono imporre delle restrizioni e dei regolamenti sull’utilizzo di combustibili fossili e sulle emissioni di carbonio.

Spesso i governi annunciano dei piani con scadenze dopo molti anni, ma spesso questi piani non sono attuati o non vengono attuati come descritto.

Ma la gran parte dei governi ha un’influenza incredibile sul settore del loro paese, sia sui produttori di combustibili fossili che sui consumatori. Ad esempio, negli USA durante l’Amministrazione Trump la produzione è salita a massimi storici. Ora, con l’amministrazione Biden, la regolamentazione del settore è più stringente, la produzione è scesa ed i prezzi del petrolio sono saliti.

I trader dovrebbero sapere che i regolamenti dei governi hanno un impatto importante sul mercato e sul settore nel lungo termine.

4. Comportamento delle aziende

Forse le azioni con l’impatto maggiore arrivano dal mondo corporate stesso. Le aziende, soprattutto quelle quotate in borsa, devono affrontare molte pressioni.

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La maggior parte sta riducendo esplorazioni e produzioni dal 2015. Il motivo dei tagli è risparmiare per pagare i dividendi agli azionisti. Questo, a sua volta, fa salire il valore del titolo e giova a tutti gli interessati. Tuttavia, la prospettiva ambientalista non può essere sottovalutata in questa scelta quasi unanime di ridurre esplorazione e produzione.

Se il trend continuerà nei prossimi anni, e ci sono tutti i segnali che questo accadrà, potremo aspettarci di vedere un calo delle forniture di petrolio e gas.

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