La settimana si chiude egregiamente sul nostro indice Ftse-Mib che viaggia sui massimi di periodo a 17500 punti con un indice di forza rialzista che sovrasta 92 a zero quella ribassista.
Tecnicamente, quindi, il quadro è ancora favorevole alle borse (e Milano più di tutte le altre) in quanto non sono emersi segnali di inversione sui sistemi, né di lungo, né di breve periodo e l'area 16850/16800 punti risulta un livello supportivo forte che permette di far stare tranquilli gli operatori anche in caso di uno storno di qualche punto percentuale.
Tuttavia, la parola prudenza è d'obbligo se si guarda agli oscillatori (MFI a 86,34; Stocastico a 91,62; RSI a 77,03; CCI-s a 127,7), tutti in forte ipercomprato da varie sedute, ed alle divergenze ribassiste che, sia pure in modo alternato, si stanno succedendo.
L'ADX è a quota 35, ragion per cui un movimento importante è in atto e l'apertura molto forte delle bande di Bollinger testimonia il potenziale di volatilità esistente.
Eventuali ritracciamenti verso 17000/16800 vanno visti come occasioni di ingresso long, ma a condizione che non si deteriori il quadro macro. La figura che si evince dalla lettura dei grafici daily sul nostro derivato, da settembre ad oggi, presenta una struttura a megafono, con una pendenza della trendline rialzista dell'ultimo mese molto alta (2500 punti di rialzo praticamente senza soste).
Sul fronte delle valute, poi, abbiamo assistito a una forte correzione dello Yen nei confronti sia dell'EUR che del dollaro Usa, correzione che lo ha portato sopra 119 e 89, rispettivamente. Anche qui il potenziale di volatilità inespresso è considerevole.
Il rapporto tra EUR e USD, rafforzatosi a favore anche qui di Euro nella seduta di venerdì, apre a nuove resistenze in area 1,3350 / 1,3400 e induce a prudenza.
In questo contesto che, dobbiamo essere sinceri, non vedevamo dal 2009, anno nel quale abbiamo visto nove mesi di rialzo praticamente continui come reazione ai cali vistosi dei due anni precedenti, le materie prime hanno manifestato un andamento contrastato, con il gas naturale sceso ai minimi in area 3 USD e il petrolio, di converso, rafforzatosi dopo i cali dei mesi scorsi, e ritornato in area 93/94 USD/barile, in prossimità di un importantissimo livello di Fibonacci, il 23,6% sull'oscillazione del periodo giugno/settembre 2012, che dovrebbe fare da forte resistenza tecnica.
In conclusione, riteniamo che i segnali long in atto sulle borse e sui cross valutari possano continuare a mostrare la loro forza nelle sedute a venire, ma il quadro macroeconomico va tenuto d'occhio e monitorato costantemente, sia perché non siamo ancora per nulla fuori dalla crisi, sia perché ci sono scenari politici che possano indurre a stare tranquilli e a dormire tra due guanciali (elezioni in Italia imminenti in primis).
Sante Leone – analista e trader indipendente