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Anteprima utili Disney 1° trim. 2021: divisione streaming al centro della scena

Pubblicato 11.02.2021, 10:31
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  • Pubblicazione report sugli utili del primo trimestre 2021 oggi, giovedì 11 febbraio, dopo la chiusura dei mercati
  • Previsioni sulle entrate: 15,91 miliardi di dollari
  • Previsioni utili per azione: -0,327 dollari
  • The Walt Disney Co. (NYSE:DIS) dovrebbe riportare la sua terza perdita trimestrale consecutiva oggi, con le sue navi da crociera che restano ancorate e i parchi divertimento deserti, a causa della pandemia ancora in corso. Tuttavia, il titolo oscilla vicino al massimo storico, dimostrando la completa fiducia degli investitori nell’inversione di rotta dei suoi affari nel mondo post-pandemia.

    Disney Weekly Chart.

    Grafico prezzo settimanale Disney.

    Gli utili del primo trimestre di Disney dovrebbero crollare del 24% a 15,91 miliardi di dollari, traducendosi in una perdita di oltre 0,32 dollari ad azione rispetto allo stesso periodo di un anno fa, secondo le stime degli analisti.

    Ma non è questo quadro finanziario cupo quello su cui si stanno focalizzando gli investitori in questi giorni. Piuttosto, vogliono vedere un altro trimestre straordinario per Disney+, la divisione di video in streaming della società con sede in California. Su questo fronte, la Casa di Topolino ha molte buone notizie da dare.

    Più di un anno dopo il suo lancio, Disney+ ha registrato 86,8 milioni di abbonati, beneficiando del contesto dello stare a casa che sta costringendo le persone a cercare occasioni di divertimento direttamente dalle loro camere da letto o dai loro salotti.

    Durante la giornata di presentazione agli investitori a dicembre, l’amministratore delegato di Disney Bob Chapek ha annunciato che Disney+ avrà tra i 230 ed i 260 milioni di abbonati entro il 2024. Per fare un paragone, quando il servizio è stato lanciato 13 mesi fa, Disney si aspettava di raggiungere tra i 60 ed i 90 milioni di abbonati entro lo stesso anno.

    Un vincitore nella guerra dello streaming

    Queste proiezioni mostrano chiaramente che la società si trova in vantaggio nella guerra dello streaming, dove molti operatori dai portafogli rigonfi stanno tentando la fortuna. Netflix (NASDAQ:NFLX), leader dell’attività di streaming, ha riferito agli investitori il mese scorso di avere più di 200 milioni di abbonati alla fine del quarto trimestre. Netflix ci ha impiegato più di 13 anni per raggiungere questa pietra miliare. Il mese scorso, AT&T (NYSE:T) ha reso noto di avere 41 milioni di abbonati al suo servizio HBO Max, il servizio simile a Netflix che ha lanciato lo scorso anno.

    I massicci investimenti di Disney nella sua divisione direct-to-consumer hanno alimentato la crescita degli abbonati, con la sua forte spinta per creare nuovi programmi e film. Chapek ha riferito agli investitori a dicembre che, dei 100 progetti che la società ha in corso, circa l’80% andranno direttamente su Disney+.

    Il colosso dell’intrattenimento con sede a Burbank, California, ha inoltre intenzione di lanciare contenuti più per adulti sulla sua piattaforma, per attirare un pubblico meno giovane con titoli famosi come “Atlanta” e “Modern Family”.

    Queste iniziative orientate alla crescita, tuttavia, sono già rispecchiate nel prezzo delle azioni della società, che ieri hanno chiuso a 189,61 dollari dopo l’impennata del 44% negli ultimi sei mesi. Per qualcuno, la valutazione di Disney lo rende troppo costoso da comprare al livello attuale. Le perdite della società, il crescente debito a lungo termine e la sospensione dei dividendi sono tra i fattori che stanno facendo restare alcuni investitori nelle retrovie.

    Morale della favola

    Disney, con le sue divisioni core che generano entrate ancora sotto pressione, è una scommessa sulla riapertura dell’economia e sul successo della sua divisione streaming. Questi due fattori sono altamente rispecchiati nel prezzo delle azioni, rendendo più difficile al titolo continuare ad andare così bene da qui in poi. Gli investitori dovrebbero aspettare nelle retrovie per un miglior punto di entrata secondo noi.

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