La ripresa dei prezzi del greggio nell’ultimo anno ha allentato le pressioni finanziarie sui grandi produttori, che hanno registrato una delle peggiori performance annuali da decenni durante la pandemia. Quando due dei supercolossi del settore energetico pubblicheranno gli utili del primo trimestre domani, venerdì 30 aprile, prima dell’apertura, gli investitori si focalizzeranno sulla generazione di denaro, necessaria per bilanciare i loro conti.
Il recente andamento dei mercati petroliferi suggerisce che i titoli energetici potrebbero essersi lasciati alle spalle il peggio della crisi dovuta al coronavirus mentre la domanda petrolifera lentamente aumenta, grazie sia ai tagli alla produzione dell’OPEC+ che alla riapertura nei vari paesi dopo le serrate per il COVID-19.
Tuttavia, il miglioramento dell’equazione domanda-scorte non significa che i maggiori produttori petroliferi statunitensi, ExxonMobil (NYSE:XOM) e Chevron (NYSE:NYSE:CVX), siano fuori dai guai. La pandemia ha caricato di debiti i loro bilanci, avendo dovuto chiedere dei prestiti per far fronte al tonfo dei mercati del greggio del 2020 e finanziare i loro dividendi.
Quando ha annunciato gli utili del quarto trimestre 2020 a gennaio, Exxon ha riportato la sua prima perdita annua in almeno tre decenni, con oneri di svalutazione da 19 miliardi di dollari ed i flussi di cassa passati a -20 miliardi di dollari dopo aver incluso i payout dei dividendi.
Chevron, invece, è andata meglio di Exxon: il colosso energetico con sede in California ha evitato di implementare grossi piani di espansione negli ultimi cinque anni, focalizzandosi invece sul controllo delle spese. Nel 2020, Chevron ha sborsato di più per pagare i dividendi (9,7 miliardi di dollari) che per le spese in conto capitale (8,9 miliardi di dollari). Non lo faceva da almeno 30 anni.
Tra i prezzi del greggio più alti, le spese ridotte e le vendite di asset, i due più grandi produttori nordamericani dovrebbero riportare vendite maggiori rispetto al trimestre precedente. Exxon probabilmente riporterà un balzo del 18% dei ricavi nel trimestre terminato il 31 marzo a 55,18 miliardi di dollari, mentre Chevron dovrebbe registrare un’impennata del 26% delle vendite, secondo le stime degli analisti.
Miglioramento dei flussi di cassa
Malgrado il miglioramento dei fondamentali, alcuni analisti credono che questi colossi non siano nella posizione di restituire più denaro agli azionisti. La texana Exxon ha annunciato che confermerà il suo dividendo annuo da 15 miliardi di dollari, pagando al contempo i debiti se i prezzi di greggio e gas dovessero restare ai livelli attuali. JPMorgan vede i flussi di cassa disponibili di Exxon in ripresa a 19,6 miliardi di dollari quest’anno, con un considerevole surplus con cui ridurre i prestiti.
Grafico del prezzo settimanale di Exxon Mobil (NYSE:XOM).
Dei cinque supercolossi, Chevron ha il bilancio migliore e “forti prospettive” di un riacquisto di azioni, secondo l’analista di HSBC (LON:HSBA) Gordon Gray, come si legge in un articolo di Bloomberg.La società californiana a marzo ha reso noto che dovrebbe generare 25 miliardi di dollari di flussi di cassa disponibili oltre al dividendo fino al 2025, se il greggio Brent dovesse restare a 60 dollari.
Grafico del prezzo settimanale di Chevron.
Goldman Sachs (NYSE:GS), invece, prevede il balzo maggiore della domanda petrolifera, alimentato dalla ripresa economica globale tra le vaccinazioni contro il COVID-19.
In una nota ai clienti di ieri scrive:
“La portata della variazione in arrivo per i volumi della domanda, una variazione che le scorte non possono eguagliare, non deve essere sottovalutata”.
Morale della favola
Le più importanti attività petrolifere negli USA hanno visto il peggio del collasso della domanda dovuto alla pandemia. La pubblicazione degli utili di domani probabilmente dimostrerà che la loro generazione di denaro sta migliorando e che si trovano in una posizione migliore per pagare i dividendi di tasca loro e ridurre il carico di debiti.
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