Il settore tecnologico è stato certamente il più colpito dalla correzione in corso che sta interessando i mercati azionari internazionali. Da inizio dell’anno l’indice Nasdaq 100 segna all’ultima chiusura un -26,6%, decisamente superiore a quanto registrato dall’S&P 500 (-17,1%) o dal globale diversificato MSCI World (-17,6%). Alcuni segnali, in realtà, di qualcosa che stava cambiando per l’indice principe della tecnologia era emerso nel 2021: l’analisi del rapporto di forza relativa tra Nasdaq 100 e S&P 500, infatti, disegnava un non beneaugurante doppio massimo, a cui avrebbe fatto seguito una profonda discesa (ancora in corso). Non solo, la tendenza che guida l’overperformance della tecnologia sul mercato generale è messa ora a dura prova, con la rottura al ribasso della media mobile che, da ormai 15 anni, sosteneva l’andamento della forza relativa.
Sono ben note le motivazioni della fase correttiva in corso, tanto più intensa quanto più ci si addentra nelle nicchie tecnologiche o di frontiera (come digitalizzazione, biotech, blockchain, medtech). I titoli growth sono società infatti che basano la buona parte del loro valore sulle aspettative di crescita futura, potendo vantare business in forse espansione.
Motivo per cui la loro valorizzazione, risente (in una sorta di parallelismo con l’obbligazionario con duration lunga) in maniera significativa della variazione dei tassi di interesse, protagonisti, nel corso del 2022, di una forte movimento di upside. Un movimento determinato dalla volontà della Federal Reserve di normalizzare la politica monetaria ma soprattutto ora di contrastare la fiammata inflazionistica degli ultimi mesi.
Lo ‘sboom’ dei titoli tech ha fatto ovviamente notizia, se non altro perché all’interno dei panieri della tecnologia troviamo i nomi più noti al pubblico degli investitori. Da qui i dubbi di questi ultimi circa il destino dei gigante del tech, che ultimamente hanno mostrato qualche segnale di difficoltà nel mantenere certi trend di crescita di utili/ricavi. Non possiamo ovviamente dire che vi sia un movimento di discesa dei valori, anche perché è comprensibile che il mondo sta via via passando dalla fase “stay-at-home” ad una in cui le riaperture economiche sono sempre più la normalità nella gestione del Covid-19.
La domanda è quindi ovvia: dove siamo, in termini di fondamentali, dopo questa discesa? Vediamo i valori che sono riscontrabili utilizzando i dati di Bloomberg.
In termini di Price Earnings il valore attuale è pari a 25: si tratta di un valore più alto rispetto al valore medio del quinquennio 2014-2019 (specie dei minimi in area 20 che hanno caratterizzato quegli anni) ma enormemente più basso rispetto ai quei 40 fatti segnare nel 2020 e nel 2021. 40 volte gli utili è un valore che si era registrato solo nei primi anni 2000, durante la bolla tech e dopo la sua esplosione.
Per quanto riguarda invece altri multipli, interessanti sia il rapporto EV/Sales (Enterprise Value/Ricavi) con le valorizzazioni che stanno raggiungendo la trendline che guida questo indicatore dal 2008 in poi. E quasi identico il movimento disegnato dall’indicatore EV/Ebitda (Enterprise Value/Margine Operativo Lordo), con il ritorno in area 15, valori registrati prima dei minimi Covid.
EV-Sales:
EV-Ebitda:
A questo è possibile aggiungere le stime degli analisti perché diventa prospetticamente chiave anche osservare le dinamiche future degli utili. E qui le cose si fanno rosee per i titoli tech, perché la view degli analisi appare ancora improntata ad un ottimismo molto forte. Un 2022 di forte progresso atteso in termini di eps aziendali, seguito da un altro biennio caratterizzato da una crescita sostenuta.
Difficile dire se siano stime troppo ottimistiche, tuttavia danno il senso di un sentiment assolutamente divergente tra la comunità degli analisti e di quella degli investitori.
Intanto il dopo 'sbornia' da inondazione monetaria ha fatto un pò di lavoro sporco: resta da capire come evolveranno nei prossimi trimestri le tematiche relative ad un possibile rallentamento degli utili, tra chi ipotizza solo una pausa economica 'tecnica' e chi invece prefigura una fase più incline alla recessione.
"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore"