L'economia si muove attraverso varie fasi: Inizia in una piena recessione per poi passare ad una ripresa veloce che porta in grembo una piena ripresa. Poi torna in una recessione precoce e successivamente entra di nuovo in piena recessione. Spesso parliamo di espansione o contrazione per identificare questi momenti.
Il grafico sopra mostra in arancione il ciclo del mercato azionario che guida i movimenti del ciclo economico in blu e i settori in alto. Al momento, tre dei quattro fattori macro, all'interno della tebella sotto, indicano che l'economia si sta dirigendo verso la recessione.
Infatti Possiamo affermare che, come abbiamo visto in questi mesi, il settore tech è il primo a sottoperformare in previsione di un rallentamento economico, in seguito i titoli di beni di consumo discrezionali. Questi due settori sono anche i leader della corsa rialzista nel mercato azionario. Il picco del ciclo di mercato è caratterizzato dalla forza dei materiali e dell'energia, che beneficiano di un aumento dei prezzi delle materie prime e della domanda.
Il punto di svolta per il mercato, che si sta avvertendo in queste settimane, arriva quando la leadership passa dall'energia ai beni di prima necessità segno che i prezzi delle materie prime stanno deteriorando l'economia.
Intanto circa 1/3 (29.6%) delle risposte sul "sentiment AAII" ha riportato una propensione rialzista, dopo un paio di mesi. Questo avvalorato dalla performance dell'S&P 500 che ha compiuto un movimento importante al rialzo. Questa "ventata di ottimismo" ha ristabilito i valori all'interno della media storica, al livello più alto dalla prima settimana di giugno.
Se guardiamo il grafico, il sentimento ribassista se ben ricordate, aveva seguito l'andamento in maniera diretta del sentimento rialzista, arrivando prima oltre il 50% per poi ripiegare.
inoltre il sentimento neutrale, che farà da "equilibratore" nelle prossime settimane, è al livello più alto passando da 26.6% a 28.2%. Ciò evidenzia un prossimo "massiccio" riposizionamento degli investitori.
L'ultima lettura dell'indice dei prezzi al consumo ha mostrato "la più grande variazione anno su anno" negli ultimi 40 anni. Un clima altamente inflazionistico è qualcosa che molti stanno stanno affrontando per la prima volta.
Andando indietro nel tempo, come si sono comportate le azioni rispetto ai picchi dell'inflazione?
La tabella sopra mostra i periodi in cui i livelli dell'inflazione sono aumentati del 9%, nei precedenti 12 mesi e le successive performance nei 12 mesi successivi.
Si può sin da subito notare come i risultati dell'S&P500 hanno registrato dei dati "contrastanti" poichè è emerso un ritorno ampiamente negativo (-20.3%) nel 1974, un rendimento positivo (+14.2%) nel 1979 e (+6.7%) nel 1951. Nel breve termine, il dato più importante che possiamo cogliere, l'indice in tutte le occasioni post-inflazione alta (nei tre mesi successivi) ha registrato performance negative.
Questo dato unito al confronto tra il numero di titoli che hanno raggiunto i "nuovi" massimi da 52 week con quelli che ha raggiunto i nuovi minimi, mostra una delle strisce più lunghe per quanto riguarda i minimi settimanali (simile alla crisi finanziaria nel 2008).
In aggiunta il "catalizzatore" di una possibile inversione è sicuramente il dollaro americano, la sua forza porta "venti contrari" sugli asset rischiosi cha stanno ritestando i massimi del ciclo precedente.
Questo è visibile dal recente ritracciamento del DXY dal picco ($109.2) che ha portato asset rischiosi, come indici azionari (Nasdaq e S&P500) e criptovalute (esempio Bitcoin), a registrare aumenti settimanali allentando la pressione.
Non solo, si può notare anche dall'indice di esposizione NAAIM (non predittivo), cioè i gestori attivi che forniscono la loro esposizione azionaria, salito a 44.48 punti.
I mercati stanno aspettando un dollaro al ribasso per poter ripartire?
Vediamo.
Dal grafico sopra, se mettiamo a confronto l'indice del dollaro con le valute dei mercati emergenti, possiamo vedere la sua forza e la forte correlazione inversa. Questo perchè rappresenta un "vento contrario" (sfavorevole) poiché "inasprisce" le condizioni di finanziamento in dollaro americano e aumenta le pressioni sul debito.
Mentre ogni qualvolta che quest'ultime hanno toccato il fondo, e nello stesso tempo il dollaro si è indebolito, le azioni hanno fatto bene. Guardiamo il grafico sotto.
L'indebolimento del dollaro potrebbe dare un primo segnale per l'azionario al rialzo?
ditemi la vostra!
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