Fatta eccezione per lo Yen giapponese, il dollaro australiano e quello neozelandese, che hanno fatto registrare movimenti marcati, durante la seduta asiatica i mercati dei cambi si sono mossi lateralmente per effetto dei pochissimi dati economici in calendario.
In Asia, il dollaro australiano si è apprezzato per il terzo giorno consecutivo sull’onda del forte miglioramento delle condizioni e della fiducia delle imprese (rapporto NAB). Secondo la National Australian Bank, l’indice che misura le condizioni delle imprese a marzo è balzato a 12 punti dagli 8 del mese precedente, livello più elevato dall’ottobre del 2014, con un miglioramento di tutte le tre componenti (scambi, profitti e occupazione) durante il mese preso in esame.
Analogamente, a marzo la fiducia delle imprese è salita a 6 punti rispetto ai 3 di febbraio, ciò significa che è ancora in atto la ripresa nei settori non legati all’industria estrattiva. Nel complesso, pare che l’economia australiana abbia gestito relativamente bene la volatilità del mercato finanziario e l’intensificarsi delle preoccupazioni per l’economia globale, grazie a un rally di gran parte dei prezzi delle materie prime e all’affievolirsi delle attese di un nuovo rialzo del tasso della Federal Reserve nell’anno in corso.
L’AUD/USD ha raggiunto quota 0,7646 a Sydney, ma poi non è riuscito a violare al rialzo la resistenza a 0,7637 (massimo 7 aprile). Al ribasso, il supporto principale giace a 0,7477 (minimo 24 marzo). In un’ottica di medio termine, la struttura tecnica favorisce un giudizio rialzista, anche se la coppia avrà bisogno di nuovi stimoli per sfondare la forte resistenza che giace fra 0,7850 e 0,80.
L’EUR/USD si è mosso lateralmente a Tokyo, rimanendo nella fascia compresa fra 1,14 e 1,1420, perché gli operatori attendono la prossima serie di dati economici dagli USD. Domani, oltre al libro Beige, saranno pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio e l’IPP di marzo.
Quindi, finalmente, domani ci sarà un po’ di movimento. Da un punto di vista tecnico, la resistenza più vicina si osserva a 1,1454 (massimo 7 aprile). Al ribasso c’è un’area di supporto fra 1,1310 e 1,1350 (minimi multipli).
Sul mercato azionario, le piazze regionali asiatiche si sono mosse per lo più in territorio positivo, fatta eccezione per i mercati della Cina continentale.
Gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno ceduto rispettivamente lo 0,84% e l’1,60%. A Hong Kong, l’Hang Seng ha guadagnato un marginale 0,27%. In Giappone, l’azionario ha recuperato le perdite di ieri, il Nikkei e il Topix sono saliti rispettivamente dell’1,13% e dell’1,53%, mentre l’USD/JPY compiva un balzo all’indietro. Sembra che l’USD/JPY abbia toccato il minimo intorno a 108, gli speculatori, infatti, non sono riusciti a spingere ancora più in alto lo yen, per paura che la BoJ intervenisse per indebolire la divisa nipponica. Al ribasso, un supporto giace a 107,63, mentre al rialzo si osserva una resistenza a 109,10 (massimo 8 aprile).
Oggi gli operatori monitoreranno il rapporto sull’inflazione in Svezia e nel Regno Unito; l’indice sui prezzi al dettaglio, l’IPP e l’indice sui prezzi delle abitazioni dell’Ufficio Nazionale di Statistica (ONS) nel Regno Unito; l’IPC e la produzione industriale in India; le vendite al dettaglio in Brasile; la comunicazione mensile sul budget, i discorsi di Lacker, Williams e Harker della Fed negli USA.