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Bond Usa, le possibilita' di un rimbalzo sono ora molto ridotte

Pubblicato 23.08.2013, 16:52

Nonostante il rimbalzo avviato ad inizio agosto dal T-Bond americano trentennale il trend fortemente ribassista che ha contraddistinto gli ultimi quattro mesi non sembra in discussione.

Il mercato obbligazionario Usa nelle ultime giornate ha mostrato infatti un forte rialzo dei rendimenti che per la maggior parte delle scadenze sono ai massimi dal 2011. Gli operatori hanno avuto ormai la conferma del fatto che la Federal Reserve ridurra' lo stimolo monetario gia' probabilmente da settembre e si stanno muovendo per adattare le proprie posizioni rispetto al nuovo quadro dei rendimenti attesi.

Le quotazioni hanno messo alla prova a partire dal 16 agosto un'area di supporto molto significativa, il 61,8% di ritracciamento del rialzo dai minimi di inizio 2011. Dalla tenuta o meno di questa percentuale di ritorno derivata dalla successione di Fibonacci dipendera' il destino del trentennale Usa: la violazione decisa di area 130 comporterebbe per il ribasso in atto dal picco di luglio 2012 la perdita dello status di discesa correttiva e l'acquisizione di quello di tendenza a se stante. Sotto area 130 quindi le possibilita' di vedere riprendere un trend rialzista duraturo verrebbero molto ridimensionate. In ogni caso anche rimbalzi dai livelli toccati nelle ultime giornate dovrebbero faticare non poco per allontanare i timori di proseguimento della discesa.

Per negare le prospettive di calo dei prezzi sarebbe infatti ora necessario il superamento dei picchi del 12 agosto a 135,06 punti (introdotto dalla rottura della media mobile a 20 giorni passante a 132,85), livello corrispondente al primo dei ritracciamenti di Fibonacci calcolato dai massimi di maggio. Atteso in quel caso il test in area 137,5 circa del ritracciamento successivo, il 38,2%. Pur in presenza di una reazione di questa portata la tendenza negativa di fondo non verrebbe intaccata, la media mobile a 100 giorni, indicatore che sintetizza la condizione del trend di medio periodo, transita infatti a 139, e solo prezzi oltre questa soglia implicherebbero un credibile miglioramento del quadro. Eventuali rimbalzi sarebbero quindi da considerare in questa fase come una occasione per uscire dalle posizioni lunghe di obbligazioni Usa e non per avviarne di nuove. Il mancato superamento delle resistenze di area 135 rischia invece di favorire la violazione anche dei 130 punti in direzione di area 124,50, ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci calcolati per il rialzo dai minimi di febbraio 2011. Il 61,8% di ritracciamento, riferimento molto seguito dagli studiosi dei grafici, si colloca come gia' sottolineato poco al di sopra di quota 130 ed e' quindi al centro dell'attivita' dei prezzi nelle ultime sedute.


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