Market Brief
Stamattina è stato diffuso il rapporto sull’inflazione australiana del secondo trimestre, risultata leggermente inferiore alle previsioni. L’IPC primario è cresciuto dello 0,7% t/t a fronte dello 0,8% stimato dai partecipanti al mercato. Su base annua, l’inflazione nel secondo trimestre è salita dell’1,5% a/a rispetto all’1,7% previsto. Tuttavia, il dato riferito alla media troncata ha sorpreso al rialzo, attestandosi al 2,2% a/a rispetto al 2,1% delle previsioni medie. Su base trimestrale, l’IPC di fondo ha rispettato le attese del mercato, salendo dello 0,6% t/t nel secondo trimestre, mentre il dato riferito al primo trimestre è stato rivisto al rialzo, allo 0,7% t/t dallo 0,6% t/t. Ieri sera, in un intervento a Sydney, Stevens (RBA) ha ripetuto che ulteriori interventi di allentamento della politica monetaria rimangono un’opzione. Ha aggiunto, tuttavia, che la svalutazione della moneta sta producendo un effetto espansionistico sull’economia. Stevens non ha fornito altri dettagli e il mercato continua a chiedersi quando e se la banca centrale taglierà di nuovo i tassi.
Prevediamo, come il mercato, che in Nuova Zelanda la RBNZ taglierà il tasso di riferimento di altri 25 punti base alla riunione di luglio. A nostro avviso, il taglio del tasso è già interamente scontato, anche se non escludiamo un ulteriore indebolimento del kiwi (NZD) perché il governatore Wheeler non manca mai di ricordare che un ulteriore aggiustamento al ribasso del tasso di cambio è più che giustificato. La coppia NZD/USD si sta muovendo lateralmente, sopra 0,66 USD, in vista della decisione di questa sera.
Per quanto riguarda le borse, stamattina i mercati regionali asiatici sono in diffuso ribasso, il Nikkei giapponese è in calo dell’1,19%, mentre il più ampio Topix ha ceduto l’1,11% sebbene l’indice giapponese All Industries riferito a maggio abbia superato leggermente le attese del mercato, attestandosi al -0,5% rispetto al -0,6% previsto. In Australia, l’indice S&P/ASX cede l’1,61% mentre le azioni neozelandesi hanno guadagnato lo 0,87%. Le azioni della Cina continentale sono riuscite a rimanere in territorio positivo, con il Composite di Shanghai a +0,10% e il Composite di Shenzhen a +0,57, mentre l’Hang Seng di Hong Kong pareggia le perdite e cede l’1% a quota 25.281 punti. Altrove, l’indice tailandese BGK ha ceduto lo 0,14%, il Kospi sudcoreano lo 0,91%, mentre il Sensex indiano ha guadagnato lo 0,71%. Sui mercati dei cambi, l’USD/JPY ha perso fino allo 0,70% rispetto al massimo da un mese registrato ieri e al momento tratta leggermente sotto il livello di supporto a 123,78 (61,8% di Fibonacci sulla svalutazione in atto da maggio a luglio).
In Europa, i future sugli indici azionari si muovono in territorio negativo, imitando l’andamento negativo delle piazze asiatiche. In Germania, i futures sull’indice Xetra DAX cedono lo 0,71%, il CAC lo 0,53%, l’Euro Stoxx 50 lo 0,58% e in Svizzera l’SMI arretra dello 0,32%. Nel Regno Unito, il Footsie è in calo dello 0,70%, mentre la coppia GBP/USD è balzata sopra quota 1,56 dopo che Mills (BoE) ha detto che l’inflazione si avvicinerà prevedibilmente all’obiettivo verso la fine dell’anno, aggiungendo che “il processo di aumento dei tassi d’interesse assumerà maggiore rilievo a fine anno”. Sul lato discendente, il cable troverà supporto a 1,5550 (50% di Fibonacci sul rally di giugno) e resistenza poco più su, intorno a 1,5640/50 (massimi precedenti).
Oggi gli operatori monitoreranno il rapporto IPC in Sudafrica; la pubblicazione dei verbali del Comitato di Politica Monetaria nel Regno Unito; le richieste di mutui, l’indice FHFA sui prezzi delle abitazioni e le vendite di case esistenti negli USA; la decisione sui tassi della RBNZ; il rapporto di metà sull’inflazione dell’IBGE, la bilancia delle partite correnti e gli investimenti diretti esteri in Brasile.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd