Le borse asiatiche hanno aperto la settimana con il segno più dopo la solida chiusura negli USA di venerdì.
Gli indici Nikkei e Topix hanno guadagnato più del 2% dopo che la Banca del Giappone (BoJ9) ha abbreviato la sua riunione, da due giorni a tre ore, annunciando che continuerà ad acquistare JGB e titoli di Stato “senza fissare un tetto massimo” e che alzerà l’obiettivo annuo per l’acquisto di obbligazioni societarie e commercial paper a 20 mila miliardi di yen, in modo da aiutare le aziende a trovare agevolmente finanziamenti in questa fase di rallentamento economico dovuto al coronavirus. La BoJ ha però mantenuto invariato al -0,10% il suo tasso di riferimento, perché, secondo i banchieri, abbassare ancor di più i tassi non aiuterebbe a stimolare la domanda di credito.
L’USD/JPY è sceso a 107,20 e la formazione croce della morte (la media mobile a 50 ore incrocia sotto quella a 200 giorni) suggerisce ulteriori corti tecnici sull’USD/JPY prima che la coppia recuperi sul miglioramento della propensione al rischio.
Federal Reserve (Fed) e Banca Centrale Europea (BCE) annunceranno, rispettivamente mercoledì e giovedì, le loro decisioni di politica monetaria. Poiché i politici europei non riescono a soddisfare l’appetito degli investitori sul fronte degli stimoli fiscali, la BCE dovrebbe passare agli acquisti di bond spazzatura per sostenere le aziende nella loro lotta contro la recessione economica dovuta al coronavirus. La Fed, invece, ha poco margine da aggiungere a quanto già fatto finora, anche se la scorsa settimana le richieste di sussidi di disoccupazioni hanno superato quota 26 milioni, con lo shutdown dell’economia che ha avuto un grave impatto sulle aziende in tutti gli Stati Uniti.
Nei prossimi giorni, le cifre sul PIL in Europa, Canada e USA dovrebbero dare un primo assaggio sulla portata dei danni economici. Gli investitori farebbero bene a ricordare che le cifre potrebbero essere peggiori nel secondo trimestre; gran parte delle economie sviluppate ha infatti chiuso le aziende solo dalla fine di marzo e l’attività è rimasta quasi completamente paralizzata per tutto il mese di aprile, spingendo i dati più recenti sul PIL intorno a numeri a una cifra.
Il numero dei casi di Covid-19 mostra, tuttavia, segnali di miglioramento a livello globale. Man mano che la curva dei contagi scende, gran parte delle nazioni sviluppate rende pubblici i piani per riaprire le aziende da maggio.
Rimane da vedere se la riapertura porterà a una nuova impennata nel numero dei casi. La notizia positiva è che questo non è successo in Cina, per lo meno stando alle cifre disponibili, e i mercati di animali vivi in Cina, dove tende a emergere questo tipo di malattie derivanti dagli animali, hanno riaperto. Nel frattempo, Shanghai ha annunciato festival dello shopping online e offline che si protrarranno “per settimane”, per aiutare piccole, medie e grandi imprese a riprendersi.
Tornando in Europa e nel Regno Unito, quest’anno, stando a Goldman Sachs, l’attività dovrebbe diminuire del 9% e del 7,5%, per cui la contrazione potrebbe attestarsi fino al 16%, in linea con la previsione della presidente della BCE Lagarde, che ha parlato di una flessione del 15%, se le riaperture avvennissero più lentamente del previsto.
Sul mercato, comunque, l’umore in questo lunedì è migliore. Le valute beta sono in rialzo contro il dollaro USA, il rendimento dei titoli decennali USA è salito allo 0,624 e l’indice del dollaro USA testa al ribasso il livello a 100.
L’oro è stato frenato dal livello a $1730 l’oncia, sulla scia del miglioramento della propensione al rischio degli investitori e dell’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro.
Nulla, invece, riesce a far migliorare l’umore sui mercati petroliferi. Il greggio WTI è in calo dell’8,85%, sotto i $16 al barile, mentre, stando all’ultimo rapporto dell’EIA, a dicembre i produttori non-OPEC hanno mantenuto la produzione invariata, intorno ai massimi storici.
La sterlina ha sfondato la resistenza costituita dalla media mobile a 50 giorni (1,2420) contro il biglietto verde, avanzando a 1,2445. Il cable si prepara a sfidare le offerte a 1,25 sul diffuso indebolimento dell’USD. La soglia a 1,25 costituisce la trincea dove tori e orsi della GBP si saranno battaglia; in mancanza di dati economici importanti nel Regno Unito, la direzione di breve termine del cable dipenderà dalla forza del dollaro. Le posizioni nette speculative sulla sterlina sono piatte, per cui gli investitori di breve termine, non commerciali, non hanno un’opinione rigida sulla direzione che prenderà la sterlina nelle prossime settimane.
I lunghi speculativi sull’euro sono rimasti invariati la scorsa settimana, mettendo un freno alle vendite sull’EUR/USD sotto il livello a 1,08. Tuttavia, i lunghi speculativi stabili e il progresso limitato dell’euro potrebbero indicare vendite più marcate in caso d’inversione della propensione al rischio. La moneta unica rimarrà probabilmente sotto pressione, per via del compromesso poco chiaro raggiunto dai leader europei, che non sono riusciti a elaborare un piano di salvataggio fiscale solido. Si osserva una resistenza a 1,10.
Ciò nonostante, le borse in Europa e Gran Bretagna si preparano a un avvio di settimana molto positivo. Il FTSE 100 dovrebbe superare la soglia dei 5800 punti nonostante i prezzi depressi del petrolio e la sterlina più forte.
Sul fronte delle trimestrali USA, questa settimana molti nomi importanti diffonderanno i risultati sugli utili del primo trimestre. Tra queste segnaliamo Ford, Starbucks, Boeing (NYSE:BA), Amazon (NASDAQ:AMZN), Facebook (NASDAQ:FB), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Apple (NASDAQ:AAPL), Exxon Mobile e Chevron. Fatta eccezione per Amazon, Microsoft, Facebook, e forse Apple, dato il lancio molto tempestivo della Apple TV, lo shutdown economico dovuto al coronavirus dovrebbe infliggere un duro colpo agli utili del primo trimestre. Alla luce delle attese molto basse, della guidance vaga sulle previsioni e del sentiment contrastato degli investitori, la reazione del mercato alle cifre potrebbe tuttavia essere incongruente.