Non è facile essere investitori durante le correzioni di mercato.
Ed è ancora più difficile esserlo, quando queste correzioni (o bear market a seconda dell’intensità) durano per molto tempo.
Tuttavia, come sempre, questo è anche il vero motivo per cui investire nel mercato azionario, e farlo in modo intelligente e paziente, alla lunga premia, proprio perché non è per tutti.
Come sempre voglio non tanto contestualizzare il momento, del quale ne abbiamo parlato più volte, ma cercare di mettere ordine nelle cose successe di recente tra inflazione e banche centrali.
In entrambe le zone principali (Euro e US) abbiamo sperimentato picchi di inflazione che non si vedevano da tempo (vedi grafici sottostanti).
Unito al tema inflattivo, altri due fattori stanno “minando” la fiducia degli investitori, ovvero le Banche Centrali (la Fed per la prima volta dal 2018 ha alzato i tassi di 25 punti base) e la possibile “inversione” della curva dei rendimenti (la differenza tra rendimenti Titoli di Stato a 10 anni e quelli a 2 anni americani, vedi sotto) che solitamente anticipa di qualche mese i periodi recessivi.
In questo scenario filo apocalittico, molti investitori hanno pensato bene che vendere (anche in perdita, e tornare cash) fosse la soluzione migliore “oggi” (poi si vedrà).
Ecco, quel “oggi” costerà la vostra potenziale ricchezza per il resto della vita.
Perché ogni volta che ragionate così, perdete anche i potenziali rimbalzi che prima o poi arrivano sempre (vedi settimana passata).
Ma il mercato alla fine sale sempre?
Su orizzonti superiori ai 17 anni, il mercato azionario nel complesso ha SEMPRE dato ritorni positivi. E’ questo è un fatto, una statistica.
Ora, uno può anche non avere intenzione di investire 17 anni, ma magari meno (8-10). Bene, anche in questi casi il mercato ha “quasi” sempre restituito ritorni positivi.
Uso il "quasi" perché (immagine sotto) alcuni potrebbero obiettare che nel decennio perduto (2000-2010) il mercato azionario ha performato addirittura in negativo.
Ma anche qui possiamo notare due cose:
- La diversificazione su più asset class avrebbe COMUNQUE permesso ai nostri investimenti di crescere
- Andate poi a vedere cosa ha fatto il mercato azionario americano nella decade successiva
Perciò come sempre, sapere le cose aiuta moltissimo.
Comprare sui ribassi o mediare in perdita
Spesso questi due concetti si confondono. Personalmente, mediare in perdita significa comprare “a caso” strumenti che non conosciamo, facendosi sballottare su e giù dai mercati senza strategia.
Comprare sui ribassi invece, significa cose molto diverse ovvero:
- Scegliere sottostanti (azioni/indici) che conosciamo bene e di qualità
- Definire PRIMA la strategia dei futuri acquisti (ad esempio “compro ad ogni 10% di calo)
- Definire il Money management (size, strategia antimartingala ecc…)
- Definire un tempo di ingresso ed avere pazienza
Ecco questo è molto diverso dal mediare in perdita. Sarà un caso che Buffett e Munger comprano soprattutto in momenti di calo? Cosa fanno mediano in perdita?
Vorrei tanto allora “mediare in perdita” come loro…
Ecco perché un investitore con un orizzonte adeguato (superiore ai 5-6 anni minimo) non dovrebbe preoccuparsi se compra qualcosa (nel modo corretto, vedi punti sopra), e quel qualcosa momentaneamente continua a calare (come spesso succede).
Nella tabella sotto, vi ho inserito alcuni numeri se aveste comprato il NASDAQ Composite dopo cali del 20% (tipo quelli attuali).
Bene, guardate i ritorni (ad 1, 3, 5 e 10 anni) se aveste investito a seguito di un calo del 20%. In una sola occasione (bolla dotcom 2000), sareste in perdita dopo 10 anni.
In tutti gli altri, addirittura già dopo 5 (periodo decisamente più alla portata) stareste guadagnando soldi.
Tema inflazione e rialzo tassi
Più volte ho detto nelle mie analisi che il mercato azionario (quello globale, non il FTSE MIB che cuba lo zero virgola) è la miglior assicurazione contro l’inflazione che potrete mai avere.
Ma anche in fasi di rialzo tassi da parte delle banche centrali, sento come sempre le solite “frasi generaliste di chi non conosce i numeri”.
Le Banche alzano i tassi = mercato scende, SBAGLIATO!
Guardate la tabella sotto a sinistra, perché la storia ci dimostra che in fasi di inflazione elevata e di rialzo tassi, le azioni hanno performato bene in ogni caso (meno tuttavia rispetto ai periodi di politica monetaria più espansiva (quando i tassi scendono).
Quello che bisognerebbe dire invece, è che le azioni scendono quando ci avviciniamo ALLA FINE di questi rialzi, ovvero dopo un periodo restrittivo prolungato.
Ma nelle fasi iniziali, di solito il mercato reagisce bene.
Anche perchè, alla fine, OGGI è la vostra UNICA alternativa, investire sul mercato azionario con ottima diversificazione ed orizzonte temporale medio-lungo, e farlo in modo intelligente.
Avete altre opzioni?
Vi ascolto…
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico