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Dollaro Usa debole contro euro e contro yen

Pubblicato 21.08.2013, 13:21

Nel corso delle ultime settimane l'euro ha dimostrato di possedere, nei confronti del dollaro, energie sufficienti per proseguire il cammino di crescita intrapreso dai minimi dello scorso mese, con i prezzi che si sono lasciati alle spalle in modo netto proprio nella seduta di ieri la trend line ribassista disegnata dai massimi di maggio 2011, ora in transito a 1,3330 circa. Conferme in favore del proseguimento del rialzo grafico giungerebbero con la definitiva rottura dei massimi raggiunti a metà giugno a quota 1,3420, resistenza testata ieri (max a 1,3450 circa) ma poi nuovamente tornata a svolgere il suo ruolo: attualmente il cambio vale infatti 1,34 circa. Se il segnale di rottura di 1,3420 dovesse essere confermato da una accelerazione sopra quei livelli, i mercati sono in attesa della pubblicazione in serata dei verbali dell'ultima riunione del FOMC (Fed) dai quali dovrebbero emergere indicazioni sul destino della politica monetaria espansiva messa in atto dalla banca centrale americana per sostenere l'economia e quindi anche sul destino del dollaro, si aprirebbero orizzonti interessanti per la valuta europea, prospettandone un allungo di ampia portata, in direzione almeno dei massimi annuali a 1,37. Uno slancio di questa entita' getterebbe poi le basi per un successivo movimento che potrebbe percorrere a ritroso buona parte della discesa degli ultimi due anni (partita da 1,4950 circa). Solo l’eventuale ritorno dei prezzi al di sotto di quota 1,32, minimi della scorsa ottava, negherebbe tali prospettive, rendendo probabile anche la violazione delle medie mobili a 100 e 200 giorni, a 1,31 circa, circostanza questa che alimenterebbe le possibilità di un nuovo test di area 1,2750.

Il Dollaro del resto rimane debole anche nei confronti dello Yen, con i prezzi che oscillano lateralmente tra due linee convergenti i cui riferimenti attuali si pongono a 96 e 100 circa. La tenuta del sostegno dinamico offerto dalla trendline che sale dai minimi di febbraio, a 96, appare dunque strategica per salvaguardare la solidità del trend rialzista e per rilanciare le ambizioni di crescita del dollaro, ancora in grado, sulla carta, di sferrare un nuovo attacco a quota 100,00 per poi procedere verso area 105,00. Conferme oltre la media mobile a 100 giorni, in transito a 98,80, aumenterebbero le prospettive di successo di tali attese. Il cedimento di area 96 amplierebbe invece la correzione in atto da maggio, rendendo probabile un primo test a 93,8 dei minimi di giugno ed il successivo affondo in area 90,50, 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi di settembre 2012.

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