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Il dollaro sta iniziando a subire una crescente pressione correttiva. Jerome Powell è stato il primo a utilizzare toni dovish la settimana scorsa ed è stato sostenuto sia da altri membri della FED sia dai verbali del FOMC di ieri.
Charles Evans, membro votante nel 2019, ha suggerito che la Fed potrebbe ritardare i rialzi dei tassi per il primo semestre. Dichiarazioni e contenuti che sembrano remare contro il dollaro e ha spinto il cambio EUR/USD sopra 1.1500 per la prima volta da dieci settimane ad oggi.
Il fatto che anche i verbali del FOMC siano stati accomodanti è strano (strano se si pensa alla conferenza stampa di Powell di dicembre). Apparentemente la Fed potrà "permettersi di essere paziente e non spingere nel rafforzamento della politica monetaria se non necessario" e secondo alcuni tutto ciò potrebbe tradursi in un numero "relativamente limitato" di rialzi.
Al di là di una politica monetaria più accomodante, sembra che ci siano stati segnali di progresso nella guerra commerciale in quanto I colloqui USA/Cina sembrerebbero procedure a gonfie vele sulla base di un dialogo costruttivo.
Le indiscrezioni della delegazione cinese sembrano le più ottimistiche al momento e potrebbe essere una mossa necessaria se consideriamo che gli ultimi dati indicano un ulteriore rallentamento dell’economia. L'inflazione continua a scendere, esattamente a + 1,9% (+ 2,1% il dato atteso, + 2,2% la precedente lettura), mentre i prezzi alla produzione sono davvero preoccupanti perché a + 0,9% (+ 1,6% il dato atteso, + 2,7% la precedente lettura).
Wall Street ha chiuso la sessione di mercoledì al rialzo con l’S&P 500 + 0,4% ma i future hanno perso lo 0,5%. Perdita che ha avuto un impatto sui mercati asiatici, con il Nikkei -1,3% e lo Shanghai Composite al -0,4%.
I future europei hanno fatto un passo indietro, confermato dall’apertura del cash.
Nel forex abbiamo uno yen che riprende a spingere sull’acceleratore, mentre il dollaro sta mostrando un andamento altalenante contro le altre majors.
La valuta che soffre maggiormente è la Sterlina nuovamente immersa nel mare dell’incertezza Brexit.
Nelle materie prime il movimento del dollaro ha portato guadagni sull’Future Oro mentre il Future Petrolio Greggio WTI dopo il balzo di ieri lascia per strada circa un punto percentuale.
Oggi non abbiamo grandi dati in calendario, se non i verbali di politica monetaria della BCE alle 13:30 e le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione USA ore 14:30 (attese in calo a 225.000 da 231.000 della scorsa settimana).
Attenzione però perché parleranno ben 5 membri Fed in primis nuovamente Jerome Powell alle ore 18.
Dopo le parole accomodanti dello scorso venerdì continuerà sulla stessa linea?
Parlerà anche Tom Barkin del FOMC (non votante nel 2019, moderatamente falco), James Bullard del FOMC (votante nel 2019, colomba), Charles Evans del FOMC (votante nel 2019, ritenuto colomba) infine il vice Presidente del FOMC Richard Clarida (votante, estremamente vicino a Powell).