Dopo l’approvazione nella serata di ieri alla Camera dell’innalzamento al tetto del debito americano, l’attenzione degli investitori torna su ciò che ha dominato la scena nell’ultimo anno e mezzo, ovvero l’inflazione e (di conseguenza) il rialzo tassi della Fed.
Lo abbiamo visto nella giornata di ieri, dove l’uscita del dato sui lavori JOLT migliore delle attesa ha avuto come effetto il calo dei mercati (mercato del lavoro più forte = Fed che può essere più restrittiva).
Ora quindi, l’attenzione dei mercati come detto si sposta a metà giugno, dove il 13 avremo l’uscita del dato sull’inflazione, ed il 14 la riunione della Fed con la comunicazione dei tassi di interesse da parte di Powell.
COSA ASPETTARSI
Come sempre lato inflazione, dobbiamo tenere conto dell’effetto base (da togliere) relativo allo stesso periodo dello scorso anno, pari all1%. Di conseguenza l’IPC, la cui ultima rilevazione era pari al 4.9%, dovrebbe scendere al 3.9%, a cui va aggiunta la variazione mensile attuale, attesa dagli operatori a +0.4%.
Morale: +4.9% - 1% + 0.4% = 4.3% Questo dovrebbe essere come ordine di grandezza ciò che l’IPC potrebbe risultare, salvo ovviamente sorprese o variazioni particolari. Ricordiamo che un altro calo sarà previsto a luglio, con l’effetto base pari all’1.3%.
Basterà tutto questo (a giugno) per indurre la Fed a stoppare i tassi? Vedremo, al momento (vedi sotto) sembrerebbe di sì, con le probabilità di stop (59% circa) maggiori rispetto a quelle di un nuovo rialzo (41% circa).
La cosa importante da capire, è che la Fed non vuole ripetere l’errore fatto in periodo post pandemico, dove pubblicamente dichiarava l’inflazione come “transitoria”, salvo poi correre frettolosamente ai ripari. Potendo scegliere, e finchè l’economia non darà segnali chiari di cedimento, manterrà un atteggiamento restrittivo.
In ogni caso da qui a luglio è probabile che vedremo finalmente questo stop ai rialzi. I mercati per il momento proseguono per la propria strada, nonostante tutto lo scetticismo, con le seguenti performance a maggio dei listini USA, spinti soprattutto dal comparto tech:
- Nasdaq 100: +7.08%
- S&P 500: +1.46%
- Russell 2000: +1.01%
- Dow Jones Industrial Average: -2.30%
Le statistiche storiche, come detto più volte, hanno sempre registrato anni positivi (vedi mia precedente analisi) in attesa di concludere giugno e fare il punto sulla prima metà dell’anno, aspettiamo quindi inflazione e Fed.
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Alla prossima!
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