La produzione dell'industria nell'area euro a luglio ha registrato un calo dello 0,8 per cento rispetto al mese precedente.
Si tratta della prima variazione negativa su base annua da due anni a questa parte, secondo quanto rispondono da Eurostat per trovare un altro calo bisogna risalire al luglio del 2016, quando la produzione registrò un meno 0,2 per cento.
Tra le grandi economie dell'area euro solo la Francia è scampata al calo generale, con un più 0,7 per cento su mese.
In Germania la produzione è calata dell'1,8 per cento, così come in Italia, e si tratta dei due primi paesi per il manifatturiero europeo, mentre in Spagna è scesa dello 0,3 per cento.
In Europa, l'indice paneuropeo STOXX 600 e quello dell'eurozona Euro Stoxx 50 sono entrambi in crescita dello 0,2% alle 11,00.
In Italia, la Borsa di Milano mantiene una dinamica di moderato rialzo a metà seduta, con un più 0,18 per cento dell'indice Ftse-Mib, nel resto d'Europa Parigi segna un più 0,53 per cento, Francoforte più 0,20 per cento, mentre Londra accusa un meno 0,14 per cento.
I titoli petroliferi crescono dell'1,6% sulla scia di un rialzo del greggio dopo il calo registrato nelle scorte USA, mentre i titoli minerari salgono dell'1,5%.
Negli scambi di metà mattina sulla piattaforma londinese l'euro si riporta in area 1,16 nei confronti del dollaro statunitense, in un mercato che si mantiene comunque sulla difensiva e guarda all'evolversi della sfida sui dazi tra Washington e Pechino. Il generalizzato timore tra gli investitori si riflette perfettamente nella flessione dello yuan, che scivola al record negativo da due settimane e mezzo nei confronti del biglietto verde.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi
FIBO Group