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Cambio EUR/USD: zoom-out fino al 1975 per qualificare area 1,26

Pubblicato 12.01.2018, 09:14
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
EUR/USD
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DE10YT=RR
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Un saluto ai lettori di Investing.com,

propongo una lettura del quadro tecnico del cambio EUR/USD con una logica di zoom out che permetta di meglio qualificare il momento del cross.

Invito ad immaginare una strada buia con un unico lampione che illumina chiaramente una circoscritta area attorno ad esso e fiocamente, una buona parte di spazio attorno.

Ancora più distante resta però nel buio una parte ancora più ampia della strada .

Il lampione da solo non ci aiuta a capire bene in che razza di posto siamo.

Per chi maneggia il cambio EUR/USD per attività dal day trading in giù e fino allo scalping, evidentemente la chiara luce che illumina la circoscritta porzione di strada è certamente sufficiente.

Null'altro aggiungerebbe utilità.

Per il resto degli operatori la luce del lampione potrebbe non essere sufficiente.

Ecco quello che si vede sotto al lampione:

Il cambio sembra volere attaccare in modo definitivo la resistenza di 1,21 che,contrariamente a ciò che è desumibile sul time frame giornaliero, non ha una valenza limitata a quello che si vede alla luce del lampione.

Questo livello ci porta molto...molto indietro nel tempo. Lo vedremo più avanti.

Tra luglio ed ottobre il cambio aveva illuso al ribasso, compreso il sottoscritto, disegnando una classica ma poco frequente figura di inversione: un testa e spalle che con la candela del 26 ottobre sembrava preludere al break out della linea di collo.

Successivamente il cambio si è mosso all'insù mandando a gambe all'aria tutta la costruzione:

Col senno del poi, forse il movimento è stato quello di un pull back sull'area 1,15/1,16, area che ha frenato almeno tre tentativi di movimento al rialzo tra l'inizio del 2015 e l'autunno scorso, allorché ha ceduto di schianto:

Ora il cambio è alle prese con la resistenza di cui si diceva prima collocata in area 1,21.

Quest'area di prezzo come si diceva ci porta a molto tempo addietro. Precisamente indietro di 19 anni: quando al primo di gennaio del 1999 l'euro è stato ufficialmente adottato come valuta "di conto", non ancora come valuta fisica per fare la spesa:

Da qui parte la narrazione di un nuovo film, quello che ormai verrà ricordato col nome di "la crisi".

Era il 2008.

Con lo scoppio del bubbone dei sub-prime in America l'euro, fino ad allora sugli scudi, abbandona i massimi che ad oggi non sono più stati aggiornati: 1,6039.

Il dollaro rifletteva ancora chiaramente la forza di quella che, in modo indiscusso, era considerato il paese più forte sulla Terra: gli USA.

Da quel momento il cross si è chiaramente incanalato in un trend ribassista che ha visto segnare continui nuovi minimi, l'ultimo dei quali è 1,0342.

Questo livello, ha una valenza ancora più grande di quello che si può desumere continuando a restare ostinatamente nei pressi del lampione. Ma anche questo lo qualificheremo più oltre.

Dunque il trend di lungo termine è chiaramente ribassita e di questo è doveroso tenere conto per chi nelle proprie scelte di investimento, anch'esse di lungo, volesse usare la leva del cambio.

Se accettiamo l'idea dunque che il trend di lungo termine sia ribassista, l'attuale chiaro momento di forza dell'euro andrebbe correttamente bollato come movimento correttivo.

E se la storia che circola nei mercati che vuole che noi abbiamo un sincero amico nella nostra operatività, cioè il trend (trend is your friend), allora la corsa all'insù potrebbe trovare un primo serio ostacolo nella trend line discendente che parte dal suddetto massimo assoluto di area 1,60 e che ora dista "solo" sei figure circa (1,26).

Dovesse reggere ancora una volta questa resistenza dinamica, ognuno immagini dove il cambio possa nuovamente spingersi all'ingiù: potrebbe essere l'area 1,15, su cui si è consumato il pull back di cui si diceva prima, o potrebbe essere il minimo relativo in area 1,03.

Chi lo sa..

Ma se addirittura volessimo esagerare, potremmo allargare ancora l'orizzonte e spingerci a osservare il cross da ancora prima del 1999, esercizio puramente teorico, non essendo ancora stabiliti i livelli di concambio delle singole valute nazionali che sarebbero poi confluite nell'euro.

Da qui notiamo subito che il trend dominante, che potremmo chiamare di lunghissimo periodo, torna ad essre quello rialzista:

L'area 1,60 viene ora vista come reazione del cambio al contatto con la parte superiore del canale rialzista che parte dal 1975 mentre il minimo in area 1,03 diventa livello di reazione del cambio al contatto con la parte inferiore del suddetto canale.

In conclusione, a mio avviso, resta valida la qualificazione dell'attuale movimento rialzista come di tipo correttivo rispetto al trend discendente di lungo periodo.Molto probabilmente assisteremo al contatto con l'area 1,26 appartenente alla parte superiore del chiaro canale ribassista che si è generato dai massimi del 2008 in area 1,60.

Dunque, nel presente, nel tentativo di assecondare l'attuale momento di forza della moneta unica, l'operatività più logica è quella rialzista.

Nel frattempo però prepariamo un piano nell'evenienza che il livello di 1,26 venisse realmente toccato.

A quel punto, cercando anche di immaginare il contesto in cui avverrebbe, potremmo avere in America i Treasury tra 2,6% e 3%, i tassi almeno 0,25% più alti di adesso e magari i risultati elettorali di mid term già acquisiti e da cui capiremo meglio il destino del Presidente Tweet.

L'inflazione molto probabilmente più vicina al target della FED.

In Europa, Draghi si avvicina a fine mandato, i tassi quasi certamente uguali a quelli di oggi ma, se l'inflazione dovesse avvicinarsi al target della BCE e il rendimento dei Bund raddoppiati rispetto all'attuale 0,5%.

Tra questi scenari, ampiamente illustrati dagli esperti, quello relativo agli USA sembra più realistico, quantomeno perchè già più seriamente avviato e più chiaro da leggere.

Quello lato Europa sembra avvolto da più incertezza. Alla fine la bilancia potrebbe tornare a pendere dal lato del dollaro e la ripresa del trend ribassista di EURUSD tornare anch'essa ad affermarsi.

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