Fed Watch: Beige Book indica inflazione alta con aumento pressione sui prezzi

Pubblicato 07.06.2021, 13:16

Uno dei contributi più utili dalle 12 banche regionali della Federal Reserve è il cosiddetto libro Beige, una raccolta di aneddoti da ogni distretto Fed che rispecchia le esperienze delle imprese in tempo reale.

Pubblicato otto volte all’anno, offre un’utile correzione per i modelli econometrici tanto cari al Presidente della Fed Jerome Powell ed allo staff di Washington confinato nella bolla di Beltway.

La realtà può essere ben diversa da questi modelli. I presidenti delle banche regionali partecipano alle discussioni del Federal Open Market Committee e spesso hanno opinioni diverse dallo staff di Washington, in base non solo alle ricerche del loro staff ma anche ai contatti nei loro distretti.

L’ultimo libro Beige, pubblicato la scorsa settimana, presenta un quadro meno rassicurante di quanto sta succedendo nell’economia rispetto alle blande rassicurazioni di Powell che la politica monetaria super-allentata della Fed ci sta regalando il migliore dei mondi possibili.

Le indagini nei distretti della Fed rivelano diffuse carenze di materiali e lavoro, ritardi nell’ottenere le forniture e nella consegna dei prodotti ai clienti e, in generale, un’economia che sta scoppiando perché viene trattenuta.

La parola “carenze” sembra un leitmotif nel report: compare 53 volte. La banca di Boston riporta che un’azienda ha posizioni aperte pari al 10% dello staff e molte compagnie hanno riferito di stare offrendo compensi più alti e bonus.

I centri per l’impiego a New York City e fuori città segnalano l’urgenza di occupare nuove posizioni, con le aziende in tutti i maggiori settori dell’industria che intendono alzare gli stipendi per attirare i lavoratori.

Stessa storia sulla Costa Occidentale, con i datori di lavoro che parlano di carenza di personale non solo nel settore della ricettività, della distribuzione, del turismo e dei servizi alimentari, ma anche in manifattura, edilizia, trasporti ed agricoltura.

Idem al centro, con il distretto di Kansas City che riporta una domanda di lavoratori per tutte le posizioni, dagli autisti di camion ai tecnici. Più di un terzo delle aziende si aspetta di alzare i compensi del 4% o più per attrarre la forza lavoro.

Leggete e piangete. Powell e i suoi economisti, nonché l’ex capo della Fed ed attuale segretario al Tesoro Janet Yellen, ci assicurano che tutte queste carenze e l’inflazione che comportano saranno “transitorie”. Tuttavia, in loco, le aziende pagano prezzi più alti praticamente per tutto e intendono passarli ai consumatori.

Quanto breve dovrà essere questo periodo transitorio per non causare problemi?

Il capo della Fed di St. Louis James Bullard ha affermato che la sua opinione è in “evoluzione” alla luce di queste prove che emergono dalla realtà, perché secondo lui il mercato del lavoro USA è più teso di quanto sembri, nonostante le proteste di Powell e di altri membri del consiglio dei governatori, dell’idea che la Fed sia ancora ben lontana dall’obiettivo della massima occupazione.

“Lo state sicuramente vedendo nelle aziende che dicono che andranno avanti ed alzeranno i compensi per questi tipi di lavoratori”, ha riferito Bullard in un’intervista al Financial Times. Ed ha aggiunto:

“Vanno avanti a dire: ‘paghiamo dei bonus per far arrivare i lavoratori’, state vedendo aziende che in realtà restano chiuse perché non riescono a trovare abbastanza lavoratori”.

Suggerisce che i policymaker della Fed dovrebbero osservare i dati sul mercato che rispecchiano questa realtà, come il rapporto disoccupazione/posti di lavoro disponibili, che ha segnato 0,8 nel febbraio 2020 ed ora è sceso di nuovo a 1,2 dopo aver toccato quota 5 nei primi lockdown.

È il momento di cambiare politica monetaria? “Non sembra che siamo vicini a questo punto”, dice Bullard.

I dati sul mercato del lavoro USA per maggio, pubblicati venerdì, hanno mostrato un aumento dell’occupazione non agricola di 559.000 unità, ben al di sopra del dato rivisto al rialzo di 278.000 di aprile, ma meno delle 670.000 previste. Qualcuno lo considera un segnale rialzista del fatto che la Fed non si sentirà costretta ad inasprire la politica monetaria, ma si potrebbe stare sottovalutando l’impatto delle pressioni inflazionarie.

Il colosso della distribuzione Costco (NASDAQ:COST) è stato l’ultimo a lanciare segni di inflazione, con il direttore finanziario Richard Gallanti che in una call sugli utili la scorsa settimana ha avvertito che le pressioni proseguiranno per la maggior parte dell’anno.

Ed ha elencato le fonti di pressione:

“Tra queste, maggiori costi del lavoro, maggiori costi di trasporto, maggiore domanda di trasporto, nonché carenza di container e ritardi nei porti, aumento della domanda di varie categorie di prodotti, varie carenze di tutto, dai chip al greggio e ad alle forniture chimiche da parte di aziende colpite dal gelo e dalle tempeste nel Golfo e, in alcuni casi, da prezzi più alti delle materie prime”.

In aggiunta, ha sottolineato specifiche pressioni di prezzo su manzo, prodotti cartacei e fogli di alluminio.

Ha dimenticato qualcosa? Come i report nel libro Beige, la sua visione sembra contraddire la calma proiettata dai funzionari della Fed.

L’indice sui prezzi al consumo di maggio sarà pubblicato giovedì e gli economisti si aspettano un incremento del 4,7% su base annua, persino di più del 4,2% di aprile.

Gli investitori si chiedono quando i policymaker della Fed raggiungeranno il punto di rottura, con la realtà che minaccia di distruggere i loro modelli.

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