Negli ultimi mesi il nostro indice domestico, il FTSE MIB, ha sovraperformato il Dax tedesco come non si vedeva ormai da anni.
Questo è imputabile principalmente a una serie di fattori congiunturali che hanno portato il nostro indice ad essere di nuovo apprezzato in termini di investimento:
- La crisi energetica che ha colpito l'Europa dall'inizio dell'invasione Russa dell'Ucraina ha colpito principalmente la Germania, paese più esposto in termini energetici alla Russia tra i paesi europei occidentali.
- La forte inflazione agevola la gestione del nostro debito pubblico e favorisce gli stati maggiormente indebitati ma indebolisce quelli con una maggiore presenza di risparmio sia in termini privati che pubblici (i tedeschi storicamente sono molto sensibili all'inflazione [vedi Weimar]).
- La forte presenza di settori difensivi e anticicilici nel listino italiano lo rende più resiliente rispetto ai listini continentali, ricchi di società industriali che risentono oltre che della situazione finanziaria anche delle difficoltà ancora diffuse nella supply chain.
Abbiamo spiegato la forza del listino italiano nel breve termine ma se valutiamo attentamente i motivi di tale resilienza ci rendiamo conto che il premio al rischio in Europa è notevolmente aumentato e che non è il Ftse Mib ad essere meno rischioso rispetto al passato, ma il Dax e l'intero Eurostoxx ad essere rischioso ormai al pari del Mib.
Ricordate sempre due regole nei vostri investimenti:
1 - a parità di rendimento atteso cerco il minore rischio e a parità di rischio il miglior rendimento atteso
2 - il denaro che possiamo allocare sui mercati è limitato e dobbiamo per cui decidere come allocarlo efficientemente considerando la prima regola
Sulla base di queste due regole è facile comprendere come (al netto di un'accurata diversificazione che deve comprendere l'Europa al suo interno), sia importante nei propri investimenti valutare le proprie scelte decidendo si sovrapesare quelle che offrono il maggior rendimento atteso a parità di rischio e il minor rischio possibile sulla base di quellop che il mercato offre in un determinato momento storico:
A tal fine è chiaro come i listini USA, al netto del rischio cambio che è tranquillamente trascurabile se si investe in strumenti idonei (Hedging) , siano oggi meno rischiosi rispetto a quelli Europei (per gli stessi motivi che hanno reso il Dax al pari del Mib e che ho sovra-elencato):
Se poi allunghiamo di un anno l'orizzonte temporale ci rendiamo conto che l'asset a minor rischio (listini USA) offre anche rendimenti attesi maggiori nel medio termine:
E questa è condizione necessaria e sufficiente a parer mio per valutare oggi un'allocazione complessiva maggiormente esposta agli USA, mantenendo l'Europa nel portafoglio in termini di diversificazione attraverso un'accurata selezione di aziende.