Nelle recenti sessioni di contrattazione, lo spettro del risk-off è tornato a prendere di mira gli asset di rischio, con i principali indici di Borsa a livello globale che hanno iniziato a correggere parte dei rialzi messi in piedi da inizio marzo 2020. Due sono i grandi temi principali che hanno spaventato gli investitori. Innanzitutto vi è da considerare l’incremento dei contagi da Coronavirus, arrivati secondo i dati del Center for Systems Science and Engineering della Johns Hopkins University a quasi 31,932 milioni. Il pericolo riguarda in tal senso le possibili nuove misure di lockdown che metterebbero in ulteriore difficoltà la ripresa economica, in particolare per quanto concerne il Vecchio Continente. Il secondo motivo arriva da Oltreoceano con il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che alla sua audizione al Congresso USA ha ribadito l’importanza delle misure di stimolo fiscale. In questo senso, Democratici e Repubblicani sono più focalizzati sulla nomina del nuovo giudice della Corte Suprema dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg. Al momento le posizioni dei due fronti sono estremamente distanti: il Partito Repubblicano vorrebbe un piano da 1.000 miliardi di dollari, mentre l’ala democratica punterebbe su un pacchetto da 2.000 miliardi di dollari. Nel mezzo vi è Donald Trump, che starebbe mettendo pressioni per un compromesso da 1.500 miliardi. Oltre a questo, non bisogna dimenticare che la fatidica data delle elezioni presidenziali a stelle e strisce si avvicina e ulteriori ondate di volatilità non sono certamente da escludere.
In questo quadro, anche il nostro indice FTSE MIB ha iniziato una decisa correzione che lo ha portato a veleggiare intorno ai 18.800 punti.
Indice FTSE MIB: l’analisi tecnica
Se guardiamo l’indice di Borsa FTSE MIB da un punto di vista grafico si nota come la situazione tecnica sembri sempre più complicata. Dopo essere stati respinti dalla linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 21 luglio e 25 agosto 2020 i prezzi stanno effettuando la violazione del supporto di area 19.000 punti, il quale costituisce la base della congestione in atto dallo scorso giugno. La struttura è complicata anche dalla recente rottura della trendline ottenuta collegando i lows del 16 marzo e 14 maggio 2020. Se la violazione del sostegno menzionato prima dovesse effettivamente accelerare vi sarebbero crescenti possibilità di assistere a una seconda gamba di ribasso dopo quella di fine febbraio-inizio marzo 2020. Questa ipotesi verrebbe rafforzata dal punto di inizio della recente correzione, corrispondente al 61,8% del ritracciamento di Fibonacci disegnato su tutto il rimbalzo iniziato nella seconda metà di marzo scorso. In tal senso l’obiettivo potrebbe essere localizzato in area di minimi annui a 14.153,09 punti, tuttavia questo obiettivo potrebbe impiegare diverso tempo prima di essere raggiunto.
Investire sull’indice di Borsa FTSE MIB con i Certificati
La possibilità dell’avvio di una fase discendente e quella relativa alla maggiore volatilità presente sui mercati rendono interessanti alcune strategie di investimento con quei Certificates che permettono di smussare il rischio. Un esempio è fornito a tal proposito dal Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale (PA:SOGN) con ISIN LU2088513069. Emesso lo scorso 17 luglio sul SeDeX di Borsa Italiana a 92,593 euro, il prodotto permette di ottenere un rimborso di 100 euro se al prossimo 11 dicembre i prezzi del FTSE MIB risultano superiori alla Barriera a 17.397,79 punti, posta al 7,98% in meno rispetto alle attuali quotazioni. Il prezzo ask del Certificato è di 94,75 euro. Il rendimento in due mesi e mezzo sarebbe del 5,54% (il 26,4% su base annua). Eventuali ribassi del principale paniere italiano aumenteranno l’appeal speculativo di questo Certificate, particolarmente interessante anche perché con la sua scadenza fissata prima della fine del 2020 permette di compensare eventuali minusvalenze presenti dal 2016 all’interno dello zainetto fiscale. Lo scenario negativo per questo Certificato è rappresentato dal fatto che il prezzo del FTSE MIB alla data di valutazione finale sia pari o inferiore al valore della Barriera. Se ciò dovesse accadere, il prodotto inizierà a replicare la performance negativa del sottostante moltiplicata per il Valore Nominale, con conseguente perdita sul capitale investito.
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