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Continua il rally del rischio nel Forex mentre lo stimolo si fa più vicino

Pubblicato 18.12.2020, 00:31
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 17 dicembre 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

La propensione al rischio resta forte, con titoli e valute ancora in salita questo giovedì. Le possibilità sempre più concrete di un accordo sullo stimolo negli USA e di un accordo sulla Brexit nel Regno Unito hanno spinto gli investitori ad abbandonare le valute rifugio come il dollaro USA e lo yen. Le valute ad alti beta hanno preso il volo: sterlina, dollaro neozelandese e dollaro australiano hanno registrato forti rialzi . Il biglietto verde è sceso al minimo di 2 anni e mezzo sulla scia di dati deboli. Nonostante il forte aumento delle concessioni edilizie,  i nuovi cantieri sono aumentati ad un ritmo più lento, l’ indice della Fed di Philadelphia è crollato a 11,1 da 26,3, un dato molto più debole del previsto. Inoltre, ancora più importante, le richieste di sussidio di disoccupazione sono salite da 853.000 a 885,000, confermando la visione del Presidente della Fed Jerome Powell che intende tenere i tassi vicini allo zero per i prossimi anni.

Sono passati otto mesi dall’ultimo pacchetto di stimolo USA e dopo diversi tira e molla l’accordo si intravede all’orizzonte. Le elezioni in Georgia ed il controllo del Senato sono dei fattori che motivano molto e dopo che Mitch McConnell e Nancy Pelosi hanno chiesto ai politici di restare a Washington, possiamo dire che si sono buone possibilità che l’accordo venga siglato entro la prossima settimana. Questo pacchetto di 900 miliardi è meno della metà rispetto a quello di marzo, ma comprende più sussidi ai disoccupati, aiuti per gli affitti e fondi PPP per le imprese. Sempre meglio di niente in questa situazione.

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Il mercato pensa ancora che un accordo sulla Brexit sia possibile. Ieri la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che si è aperto un varco. Questa mattina il negoziatore per l’UE Michel Barnier ha dichiarato che sono stati fatti dei progressi, mentre il negoziatore per il Regno Unito Michael Gove ha dichiarato che si farà di tutto per trovare un accordo. Tuttavia, nel pomeriggio è sembrato che fossero tornati sui propri passi, con la Von der Leyen che ha parlato di grandi divergenze su questioni chiave come la pesca. In tutto ciò, secondo il Primo Ministro britannico Boris Johnson il “risultato più probabile” sarà quello del no deal, e oggi ha ribadito che l’accordo difficilmente verrà raggiunto se le posizioni non cambieranno radicalmente. Il vertice della Banca d’Inghilterra è stato un non-evento per la sterlina. La decisione di lasciare i tassi invariati era stata ampiamente prevista e ovviamente non c’era motivo di intervenire sulla politica a poche settimane della scadenza per la Brexit. Due settimane non faranno la differenza ed è meglio avere tutti i dati alla mano prima di ricalibrare il programma di acquisti di asset. I dati sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito sono attesi per domani e ci si aspetta che il lockdown di novembre abbia contribuito a causare un calo del 4,2% dei consumi.

Il cambio EUR/USD è salito per il sesto giorno consecutivo. Anche se i contagi in Germania stanno schizzando alle stelle e sono state appena introdotte altre restrizioni, i dati dell’area sono stati migliori del previsto. I dati positivi degli indici PMI dovrebbero riflettersi anche sul report dell’ IFO tedesco di venerdì. La componente delle condizioni attuali potrebbe scendere, ma la componente relativa alle aspettative dovrebbe salire nell’ottimismo sul vaccino. Se così non fosse ed entrambi i dati dovessero scendere, allora potrebbe innescarsi una correzione del cambio EUR/USD. 

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Le performance migliori sono state quelle del dollaro neozelandese e di quello australiano, sostenuti entrambi da dati positivi. In Nuova Zelanda l’economia è cresciuta del 14% nel terzo trimestre, dopo la contrazione rivista al rialzo dell’11% nel 2° trimestre. In Australia, il mese scorso sono stati creati 90.000 nuovi posti di lavoro, superando la previsione di 50.000. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8% dal 7%. Entrambi questi miglioramenti erano attesi dai mercati in quanto la Nuova Zelanda è stato uno dei primi paesi a riaprire e l’Australia ha allentato le restrizioni. Il

dollaro canadese, invece, è rimasto indietro con un lieve rialzo. Nonostante l’aumento dei  prezzi del petrolio, il rally della valuta sta perdendo vigore dopo le dichiarazioni del Governatore della BoC secondo cui l’economia sta entrando in una fase difficile mentre la seconda ondata alimenta i rischi di una contrazione temporanea. Per questa sera sono attesi i dati sul commercio della Nuova Zelanda, seguiti dai dati sulle vendite al dettaglio  canadesi nella mattinata di venerdì. Sono attesi dati positivi a tutto tondo.

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