Stamattina in Germania sono stati pubblicati parecchi dati economici, in particolare il dato finale sul PIL del T3, risultato perfettamente in linea con la stima preliminare.
Non sono state apportate modifiche e l’economica si è rafforzata dell’1,5% a/a, pur espandendosi solo dello 0,2% t/t.
Anche i consumi privati sono aumentati, salendo dello 0,3% t/t, durante il trimestre.
Crediamo, tuttavia, che per il momento i dati economici non siano sufficienti a far apprezzare l’euro, perché la BCE mantiene un’impostazione prettamente accomodante.
I rendimenti tedeschi mostrano una tendenza rialzista e quelli dei Bund decennali sono in stallo sotto lo 0,25%.
Al contempo i rendimenti tedeschi sono crollati ai minimi storici.
È opinione piuttosto diffusa che la BCE rivedrà leggermente il suo programma di acquisto asset per non rimanere senza titoli.
I mercati quindi non si concentrano sui dati, ma sulle banche centrali.
Viviamo una fase in cui i dati economici hanno un ruolo secondario rispetto alla politica delle banche centrali.
A nostro avviso, è molto probabile che la BCE si autorizzi ad acquistare bond con rendimenti inferiori alla soglia minima per i depositi (-0,4%), il che spiega l’attuale apprezzamento del Bund tedesco a due anni.