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Greggio intrappolato tra crescita USA e virus in UE; oro intorno ai 1750 dollari

Pubblicato 12.04.2021, 14:11
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Il dibattito sull’eventualità che l’Europa sia quantomeno vicina a gestire il coronavirus in confronto alla prospettiva di una crescita economica statunitense nel secondo trimestre probabilmente detterà la direzione dei prezzi del greggio questa settimana, con i mercati petroliferi che cercano di liberarsi dal range di 50-65 dollari.

 

Oil Daily

Grafico giornaliero del greggio

 

Per quanto riguarda l’oro, c’è poca speranza immediata di vedere il metallo giallo muoversi con decisione oltre il livello di 1.750 dollari l’oncia brevemente infranto la scorsa settimana, con i rendimenti dei Buoni del Tesoro USA ed il dollaro che dovrebbero restare volatili, dopo le recenti opinioni miste sull’economia rese dal Presidente della Federal Reserve Jerome Powell.

Gold Daily

Grafico giornaliero oro

 

In un’intervista al programma 60 Minutes della CBS, Powell ha affermato che l’America si trova ad un “punto di inflessione” con una crescita e dei trend di assunzione più forti grazie all’aumento delle vaccinazioni ed al solido supporto delle politiche, rispetto al rischio di una terza ondata di COVID in Europa ed all’incremento dei nuovi contagi in India.

In breve, l’economia statunitense si avvia ad una crescita più forte mentre, in tutto il mondo, la pandemia rappresenta ancora una minaccia, ha dichiarato.

Sono state le stesse variabili miste che hanno fatto crollare i prezzi del greggio di ben il 3,5% sulla settimana.

Una grossa preoccupazione in Europa al momento è il riaccendersi della pandemia tramite la variante inglese che si fa sentire da ottobre. La variante B117, registrata per la prima volta nel Regno Unito, si sta diffondendo in almeno 114 paesi. Non solo è più contagiosa del COVID-19 originale, ma è anche più letale.

COVID in Europa e crescita USA

Ecco perché i progressi sulle vaccinazioni in Europa la scorsa settimana sono stati accolti in modo cauto dai mercati. I progressi del blocco non sono stati male: la Germania ha raddoppiato il numero di vaccinazioni giornaliere contro il COVID-19 alla fine della scorsa settimana e la Francia ha raggiunto una soglia chiave con una settimana di anticipo.

L’Italia, intanto, si prepara ad allentare le restrizioni e i lockdown nella regione più colpita dal COVID, la Lombardia, man mano che rallenta il tasso di contagio.

Con gli Stati Uniti che registrano record nelle vaccinazioni quasi ogni giorno e sono in testa nel garantire un ritorno alla vita normale, nonostante i continui focolai in alcuni stati, l’Europa rappresenta il pezzo mancante del puzzle della domanda energetica mondiale.

In altre parole, ciò che succederà in Europa ad aprile determinerà come sarà la domanda di benzina, gasolio e carburante per aerei nel secondo trimestre, il periodo più pieno per i viaggi globali, che solitamente dura fino alla fine del terzo trimestre a settembre.

Il report sulla pandemia della scorsa settimana rivela che i casi di B117 continuano a registrarsi in alcune parti d’Europa. La Polonia ha visto un aumento di 60 volte dei contagi da coronavirus rispetto ad un anno fa, mentre il tasso di contagio in Germania è raddoppiato, innescando il divieto delle uscite notturne a Berlino.

Anche l’India, il terzo maggiore acquirente di greggio dopo Cina e Stati Uniti, ha segnato un record di oltre 100.000 contagi al giorno.

Ecco perché i future, sia del greggio USA che del riferimento globale, il Brent, sono crollati di oltre 1,50 dollari al barile ciascuno la scorsa settimana.

Negli scambi di questo lunedì, i prezzi del greggio si sono stabilizzati.

Il greggio West Texas Intermediate scambiato a New York, il riferimento del greggio statunitense, sale di 3 centesimi, o dello 0,01%, a 59,35 dollari al barile alle 00:42 ET (04:42 GMT).

Il Brent scambiato a Londra, il riferimento globale, va su di 5 centesimi, o dello 0,01%, a 63 dollari.

Le trattative iraniane sono un’altra variabile per il greggio

I trader del greggio dovrebbero tenere d’occhio, inoltre, le trattative tra l’Iran e le potenze mondiali che proseguono per una seconda settimana a Vienna, mentre Teheran cerca un modo per mettere fine ai due anni di sanzioni USA sul suo greggio imposte dal precedente governo Trump.

La Casa Bianca, ora guidata dal Presidente Joseph Biden, sarebbe favorevole alla cancellazione delle sanzioni, ammesso che Teheran dimostri che il suo programma nucleare non è in grado di produrre una bomba atomica. L’Iran, tuttavia, chiede che le sanzioni siano rimosse prima di fare simili concessioni.

Nonostante le divergenze tra le parti, le trattative fanno dei progressi quasi ogni giorno da quando sono iniziate, martedì scorso, dicono le notizie.

L’Iran ha affermato che potrebbe tornare “entro pochi mesi” al suo picco di produzione petrolifera di quasi 4 milioni di barili al giorno una volta eliminate le sanzioni. Fonti informate sulla produzione di greggio del paese stimano che la sua attuale produzione sia pari a circa 2 milioni di barili al giorno.

Gli analisti dicono che ulteriori scorte dall’Iran, quando arriveranno, porteranno ad una riconfigurazione delle scorte petrolifere globali che potrebbe essere più ribassista che rialzista.

Comunque sia, un funzionario del governo Biden venerdì ha dichiarato che non tutte le sanzioni esistenti contro l’Iran potrebbero essere annullate. “Ci sono alcune sanzioni che risultano legittime anche ad una lettura onesta e scrupolosa” dell’accordo, ha dichiarato il funzionario senior del Dipartimento di Stato.

Oro intrappolato sotto i 1.750 dollari

L’oro, intanto, è sceso in apertura della nuova settimana, dopo essere emerso parzialmente vittorioso dai duelli con i rendimenti dei bond USA e con il dollaro la scorsa settimana, sulla scia delle letture miste sull’inflazione.

I future di riferimento dell’oro sulla divisione COMEX a New York scendono di 6,75 dollari, o dello 0,4%, a 1.738,05 dollari l’oncia. L’oro COMEX è balzato dell’1,05% la scorsa settimana.

Il prezzo spot dell’oro si attesta a 1.737,90 dollari, in calo di 6,04 dollari, o dello 0,4%. L’oro spot è salito dello 0,8% la scorsa settimana. I movimenti dell’oro spot sono fondamentali per i gestori dei fondi, che a volte fanno affidamento più su questo che sui future per capire la direzione.

Sia l’oro spot che i future hanno superato i 1.750 dollari giovedì, infrangendo la resistenza chiave per la prima volta in sei settimane, con i rendimenti dei bond ed il dollaro in calo dai recenti massimi.

Venerdì, il rendimento di riferimento dei Buoni del Tesoro USA a 10 anni ha oscillato all’1,66%, rispetto al massimo di 14 mesi dell’1,77% del 30 marzo.

L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro l’euro e cinque altre principali valute, si attesta a 92,27, rispetto al livello di 93,13 raggiunto il 5 aprile.

I grafici tecnici sia per l’oro COMEX che per l’oro spot indicano un potenziale ritorno al prezzo di 1.800 dollari se il metallo giallo dovesse replicare i massimi di questa settimana in chiusura della prossima.

Grafici a parte, i prezzi dell’oro potrebbero essere influenzati anche dall’aggiornamento di domani sull’indice sui prezzi al consumo USA di marzo, che dovrebbe essere salito dello 0,5% il mese scorso e del 2,5% su base annua, secondo le stime. Se confermato, si tratterebbe dell’aumento più rapido in otto mesi.

Escludendo i costi di alimentari e carburante, l’inflazione core dovrebbe salire dello 0,2% dal mese precedente e dell’1,6% su base annua, un po’ più velocemente dell’incremento dell’1,3% registrato a febbraio.

Il Dipartimento per il Commercio, intanto, pubblicherà i dati sulle vendite al dettaglio di marzo giovedì. Le previsioni indicano che il report mostrerà un balzo delle vendite al dettaglio del 5,5%, in ripresa dal tonfo di febbraio del 3%, il calo maggiore dall’aprile 2020.

Escludendo il settore automobilistico, le vendite dovrebbero schizzare del 4,8%, in ripresa dal crollo del 2,7% del mese precedente.

Oltre ai dati sull’indice IPC e sull’inflazione core, il calendario economico questa settimana prevede anche i report sulle richieste di sussidio di disoccupazione, sulle concessioni edilizie, sulle nuove costruzioni, nonché un paio di report sul settore manifatturiero nelle regioni di Philadelphia e New York. Attesa anche la lettura preliminare dell’indice sul sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

 

 

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