Gli utili aziendali sono al centro dell’attenzione questa settimana. Con un numero minore di dati economici USA in uscita ad influenzare l’opinione pubblica e finanziaria, gli utili delle grandi aziende come Tesla (NASDAQ:TSLA), Netflix (NASDAQ:NFLX), Verizon, J&J e Bank of America (NYSE:BAC) hanno avuto un impatto maggiore sul sentiment di fondo, dando la “scossa” ad un mercato ancora impostato al ribasso.
A seguito degli utili, le decisioni della Banca centrale Europea sul primo aumento dei tassi dopo dieci anni, l’ IPC britannico e le “indiscrezioni” sul nuovo premier inglese saranno i maggior “driver” dei prezzi di mercato.
1. Gli utili dei grandi titoli
Nel 2022, la volatilità ha riportato in auge i titoli value che hanno messo a segno performance relative migliori dei titoli growth. Inoltre, diverse grandi blue-chips (aziende ad alta capitalizzazione) hanno rilasciato (o rilasceranno a breve) gli utili.
Dati positivi di questi grandi colossi potrebbero dare un segnale positivo sui mercati, scuotendo le quotazioni e favorendo un’impostazione tecnica maggiorente improntata al rialzo. Tra le Banche il risultato è un chiaroscuro, un mix d'incertezza, ma per fortuna almeno due grandi banche hanno rilasciato dati oltre le attese.
2. I profitti delle Hi-Tech
Tesla e Netflix, probabilmente sono state le più attese. Netflix in special modo è finita sotto i riflettori più volte negli ultimi tempi (e non per meriti) di fatti il titolo perde oltre il 70% dai massimi. In questo grande calo, dove i prezzi scontano i fondamentali? E dove invece impervia la sola speculazione? Probabilmente gli investitori tenteranno di interpretare al meglio i dati sugli utili (che per inciso hanno battuto le attese) per capire quali azioni intraprendere.
3. La BCE
La Banca Centrale Europea terrà il suo vertice di giovedì, durante il quale gli operatori del mercato attendono il primo aumento dei tassi dopo dieci anni di “magra”. Occhio ai titoli a lunga duration.
4. L’andamento del petrolio
Il prezzo del greggio USA è crollato di quasi il 20% nelle ultime cinque settimane. I timori di una nuova recessione, scontano una minore domanda della materia prima che (inevitabilmente) ripiega e torna su livelli “più sostenibili”. Attenzione ad un proseguimento del ribasso (soprattutto se marcato) perché potrebbe essere indice che gli operatori del mercato stanno scontando una recessione negli USA (che registra ancora una curva dei rendimenti leggermente invertita).
+1. Indiscrezioni sul nuovo premier britannico e le conseguenze sulla guerra in Ucraina
Ritengo che la vicenda di Boris Johnson e del suo sostituto come premier, siano tra le notizie più rilevanti da seguire (non solo per la settimana in corso) ma anche per i mesi a venire.
A suon di “spezzeremo le reni alla Russia”, il Regno Unito è tra le fazioni più coinvolte e con un filone interno di pensiero drasticamente orientato alla “guerra” contro la Russia. D’altronde la poca simpatia degli inglesi verso l’ex URSS, non è una novità e ha radici profonde.
La nomina ufficiale del nuovo primo ministro avverrà in autunno, probabilmente già a settembre, e varie personalità politiche britanniche si stanno preparando alla campagna elettorale.
Sarà molto importante, a mio avviso, seguire la vicenda da vicino per capire i possibili risvolti sulla guerra in Ucraina. Non è un segreto che all’interno del parlamento inglese ci sono figure con una naturale attitudine all’interventismo diretto nel conflitto armato.
Le conseguenze geo-politiche, dunque, potrebbero essere molto diverse rispetto a quelle attuali che sono limitate (essenzialmente) all’invio di armi in Ucraina e all’immissione di pacchetti sanzionatori.